Morte improvvisa, focus dei cardiologi sull’insufficienza cardiaca

Prevenire la morte improvvisa nello scompenso cardiaco: le nuove opportunità nella lotta alle malattie cardiovascolari
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La ricerca cardiologica italiana vanta una grande tradizione e straordinari risultati. Negli ultimi 40 anni i cardiologi italiani hanno infatti realizzato studi osservazionali e trial randomizzati che hanno cambiato in modo significativo la gestione clinica delle principali malattie cardiovascolari in tutto il mondo. Proprio nel solco di un grande storia si tiene in questi giorni a Spoleto la Convention Next Generation ANMCO. Si tratta di un evento nazionale che vede coinvolti i giovani ricercatori della cardiologia del Servizio Sanitario Nazionale. Sono loro il futuro della ricerca clinica nel nostro paese.

Tutti i principali temi della ricerca clinica nel campo delle malattie cardiovascolari saranno pertanto nuovamente al centro di una approfondita riflessione comune, animata dalle nuove generazioni di cardiologi.

Sono previste diverse sessioni dedicate alle più rilevanti aree tematiche della cardiologia, dallo scompenso cardiaco all’aritmologia, includendo la prevenzione cardiovascolare e le sindromi coronariche acute e croniche. In particolare, nel corso della Convention Next Generation ANMCO verranno affrontati due argomenti particolarmente importanti, per i quali ci sono novità all’orizzonte: la gestione dell’obesità e l’inquadramento del rischio di morte improvvisa nell’insufficienza cardiaca.

Il prof. Furio Colivicchi – direttore della Cardiologia Clinica e Riabilitativa dell’Ospedale San Filippo Neri Asl Roma 1 ha sottolineato: “Un contesto clinico in cui negli ultimi anni la ricerca ha fatto passi da gigante è la cura dell’obesità. Si tratta di  una vera e propria malattia cronica che espone i pazienti ad un elevato rischio di eventi cardiovascolari. L’evento organizzato dall’ANMCO per raccogliere i giovani cardiologi con uno spiccato interesse per la ricerca clinica, consentirà di fare luce sulle nuove opportunità terapeutiche disponibili per la gestione di questa patologia. L’obesità non è ascrivibile solo ad uno stile di vita scorretto, ma è il risultato di una complessa interazione di molteplici fattori genetici, metabolici, ambientali, e comportamentali. Per tale motivo, gli interventi mirati esclusivamente alle modifiche dello stile di vita possono essere inefficaci. In questo contesto si inseriscono alcune opzioni terapeutiche farmacologiche, recentemente introdotte nella pratica clinica. Nel corso della Convention Next Generation ANMCO saranno evidenziate le potenzialità dell’approccio farmacologico basato sull’impiego degli agonisti GLP1. Questi farmaci hanno dimostrato di essere efficaci sia nel ridurre il peso del paziente che il rischio cardiovascolare. L’incontro con i giovani cardiologi rappresenta dunque un’occasione preziosa proprio per discutere degli ulteriori possibili ambiti di applicazione di questi trattamenti”.

Il dott. Oliva – Presidente ANMCO e Direttore Cardiologia 1 dell’Ospedale Niguarda di Milano – ha dichiarato: “Lo scompenso cardiaco è una sindrome clinica particolarmente complessa che può esporre ad un aumentato rischio di aritmie minacciose per la vita e morte improvvisa. La Convention Next Generation ANMCO mette a fuoco le metodiche che appaiono più promettenti per una migliore definizione del rischio aritmico dei pazienti con insufficienza cardiaca. L’intelligenza artificiale, consentendo un’analisi sofisticata del tracciato elettrocardiografico, può fornire informazioni utili e aggiuntive rispetto a quelle desunte dalla semplice lettura dell’elettrocardiogramma. Altre metodiche emergenti per la definizione del rischio di morte cardiaca improvvisa nel contesto dello scompenso cardiaco, e non solo, sono le tecniche di imaging avanzato, innanzitutto nell’ambito dell’ecocardiografia. Si tratta di un’indagine tradizionalmente impiegata per valutare la funzione del muscolo cardiaco (frazione di eiezione) che quando ridotta al di sotto di un certo livello (<35%) è associata ad un significativo aumento del rischio di aritmie minacciose per la vita.  Le applicazioni più innovative dell’ecocardiografia consentono una più raffinata e precisa valutazione della meccanica e struttura cardiaca fornendo dunque parametri che possono aiutare a individuare i pazienti con scompenso e a più alto rischio di morte improvvisa. Inoltre, negli ultimi anni si sono affiancate all’ecocardiografia altre metodiche che vengono usate sempre più frequentemente in cardiologia come ad esempio la risonanza magnetica”.

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