Oggi un satellite europeo sta rientrando sulla Terra, nell’ambito di un’operazione mai tentata prima. L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) sta attualmente guidando il suo satellite per lo studio del vento Aeolus verso il basso per una distruzione controllata nell’atmosfera terrestre. Questa strategia è un cambiamento importante, il cui piano originale di fine vita prevedeva una caduta non controllata.
È anche un momento fondamentale nel volo spaziale: nessun satellite è stato deorbitato in modo così “assistito” prima, secondo l’ESA. Tali manovre sono comuni per gli stadi dei razzi, che spesso vengo orientati verso rientri sicuri in mare aperto.
Ecco cosa c’è da sapere su Aeolus e il suo rientro, che dovrebbe concludersi oggi con una distruzione infuocata.
Cos’è Aeolus?
Il satellite da 1360 kg è stato lanciato nell’agosto 2018 in una missione rivoluzionaria per studiare i venti della Terra, che non erano mai stati monitorati in dettaglio dallo Spazio. Il veicolo spaziale trasporta solo uno strumento scientifico: un lidar Doppler eolico, le cui osservazioni hanno aiutato gli scienziati a migliorare le previsioni meteo e i modelli climatici. Aeolus ha misurato i venti da un’orbita sincrona con il Sole a 320 km sopra la Terra.
La missione del veicolo spaziale doveva durare 3 anni. Aeolus ha superato notevolmente la durata della sua garanzia, ma ora il suo tempo è quasi scaduto. Il veicolo spaziale sta esaurendo il carburante, motivo per cui l’ESA lo sta “abbattendo”.
Perché il rientro di Aeolus viene guidato dall’ESA?
I satelliti in genere ricadono sulla Terra fuori controllo quando le loro missioni sono terminate, trascinati sempre più in basso dall’atmosfera del nostro pianeta, che si addensa man mano che l’altitudine diminuisce. Questo era il piano di “smaltimento” originale per Aeolus. Il team della missione ha deciso invece di cambiare rotta, perché c’era la possibilità di farlo (hanno riservato abbastanza carburante per le manovre richieste) e perché sembrava la decisione più responsabile.
In generale, circa il 20% della massa di un veicolo spaziale sopravvive al viaggio infuocato attraverso l’atmosfera terrestre. Ogni caduta incontrollata presenta quindi un rischio, anche minimo, di lesioni e danni alle infrastrutture a terra.
L’ESA e il team Aeolus volevano ridurre tale rischio e costituire un esempio da seguire per gli altri operatori satellitari. “Il rientro di Aeolus e il desiderio dell’ESA di ridurre il rischio in linea con le attuali linee guida, creano un nuovo precedente per operazioni sicure di veicoli spaziali e voli spaziali sostenibili, sia per le missioni future che per quelle già in orbita,” ha affermato Rosa Jesse dell’ESA.
Quando e dove avverrà il rientro
Aeolus sta discendendo dalla sua altitudine operativa dal 19 giugno. Il satellite ha eseguito la sua prima grande manovra di rientro lunedì 24 luglio, accendendo i suoi propulsori 2 volte per un totale di 37,5 minuti in burn che hanno ridotto la sua altitudine di circa 30 km, a 250 km. Ieri sono state effettuate altre 4 accensioni, che hanno abbassato ulteriormente l’orbita. Oggi un comando finale guiderà Aeolus verso casa da un’altitudine di 150 km a soli 120 km. Poi, il satellite rientrerà.
Il rientro dovrebbe avvenire sull’Oceano Atlantico circa 5 ore dopo la manovra finale. Non è certo al momento il punto esatto di caduta e quindi se potrebbe essere visibile zone abitate.
C’è stata un po’ di apprensione durante la notte. Si è infatti temuto un problema tecnico e inizialmente i tecnici del centro di controllo avevano parlato di “un’importante anomalia“. Dopo una breve analisi, però, si è accertato che all’origine del problema c’era il fatto che il satellite non è stato progettato per essere manovrato a un’altitudine bassa come quella che ha raggiunto da quando sono iniziate le operazioni per il rientro. Di conseguenza i tecnici hanno orientato il satellite diversamente, in modo da mantenere la sua traiettoria più stabile.
La manovra finale per il rientro controllato è stata autorizzata oggi. “In un’ultima accensione del propulsore, il pionieristico satellite per l’osservazione della Terra torna a casa“, ha affermato l’ESA in un aggiornamento. “E’ la degna conclusione di una missione rivoluzionaria“.