“L’accordo raggiunto sulla revisione del PNRR e sul nuovo capitolo Repower EU ha ricevuto il plauso della Commissione. Evidentemente anche a Bruxelles è stato colto l’impegno del nostro Governo per utilizzare al meglio tutte le risorse disponibili, evitando di creare condizioni che avrebbero reso impossibili gli investimenti entro giugno 2026”. Lo afferma il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto. “È stata questa la logica che ci ha indotto a rivedere gli impegni sull’idrogeno elettrolitico da rinnovabili e a riprogrammare i fondi per il dissesto idrogeologico che, riguardando progetti in essere, non avrebbero mai potuto ricadere nelle griglie della tempistica PNRR”, ha spiegato Pichetto. “Quanto finora fatto è frutto di un lavoro finalizzato a utilizzare pienamente tutte le risorse disponibili, anche riorientando alcune spese sui fondi di coesione e sul Repower EU”, conclude il Ministro.
Il governo di Giorgia Meloni chiede la rimodulazione di 15,9 miliardi di euro del PNRR, circa l’8% del totale dei fondi concessi dalla Ue per favorire la ripresa economica continentale dopo la pandemia di Covid. Verrà presentata, prima in Parlamento e poi a Bruxelles, una proposta di modifica relative a 144 misure contenute nel piano Recovery per l’Italia: si va da meri cambi formali alla riprogrammazione di risorse all’interno dello stesso progetto. Si parla anche di definanziamento, con il quale vengono espunte opere valutate non realizzabili entro il termine ultimo del piano nel 2026 per salvaguardarle attraverso la copertura con altre fonti di finanziamento, come il piano nazionale complementare al PNRR e i fondi delle politiche di coesione. Il governo, nella sintesi del documento elaborato dalla cabina di regia di Palazzo Chigi, specifica che “sono emerse criticità rilevanti che non consentono la conferma del finanziamento a valere sul piano”.
In questo contesto, prosegue il testo, l’esecutivo garantisce che attiverà “le misure necessarie per riprogrammare le risorse a favore di interventi coerenti e realizzabili nei tempi previsti” e contemporaneamente “assicura il completo finanziamento degli interventi stralciati dal PNRR”. A tal fine il governo intende utilizzare anche il 7,5% delle risorse delle politiche di coesione 2021-2027, già destinate a obiettivi assimilabili a quelli del REPowerEU. Tra gli interventi stralciati: misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico; valorizzazione dei beni confiscati alle mafie; per l’efficienza energetica dei Comuni; progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale.
“Ci sono misure che hanno problematiche rispetto alle tempistiche previste dal PNRR, che si conclude entro il 2026. Ora si aprirà un confronto con le parti sociali, poi con la Ue, martedì sarò in aula in Parlamento per avviare un dibattito costruttivo”, spiega il Ministro per gli Affari Ue Raffaele Fitto, che puntualizza più volte: “non abbiamo eliminato nessun finanziamento, non stiamo tagliando nulla, solo riorganizzando”. “Se abbiamo la certezza che alcuni interventi già avviati e previsti non possono rientrare nell’ambito della tempistica del PNRR, ci dobbiamo porre il problema. Il fondo di coesione, la programmazione Ue 2021-2027, consentono di aprire un confronto per finanziare comunque queste misure“.
Uno dei punti qualificanti del REPowerEU riguarda l’Ecobonus, che sarà dedicato espressamente alle abitazioni private. Attraverso lo strumento tradizionale della detrazione fiscale, ma con alcune correzioni, specifica il documento della cabina di regia, la “nuova misura del piano andrà in supporto delle famiglie a basso reddito, in passato rimaste escluse dagli interventi di efficientamento delle abitazioni. La dotazione del provvedimento è di 4 miliardi di euro e si basa sulle consuete detrazioni fiscali ma con vincoli stingenti”.