Di D. Mazza e F. Marino (Politecnico di Torino) – Uno dei mantra quotidiani propinati dai mass-media è che il riscaldamento globale si somma, in questa estate 2023, all’insorgere del fenomeno di El-Niño, producendo quasi una catastrofe climatica. Ma è davvero così o è solo allarmismo ? Saltiamo subito alle conclusioni e la risposta è NO. Spieghiamo.
Il riscaldamento globale dall’inizio degli anni 80 del secolo scorso è un dato di fatto che risulta da svariati tipi di misure, dai satelliti alle sonde di superficie marina e terrestre. Non è stato però un fenomeno in continua crescita, anzi sono evidenti periodi di crescita più rapida alternati a ‘pause climatiche’ in cui, fatto salvo oscillazioni apparentemente casuali, la temperatura media globale era stazionaria.
Questa osservazione portò attorno al 2014 a sviluppare la teoria del riscaldamento a gradini (Staircase Global Warming, di qui in avanti SGW) da parte di alcuni studiosi russi (Belolipetsky et al.[1]). Applicando sofisticate tecniche matematiche, come la deconvoluzione con polinomi ortogonali, a diversi ‘dataset climatologici’, gli Autori riuscirono a cancellare la componente ENSO (El-Niño Southern Oscillation [2]) e delle eruzioni vulcaniche (che raffreddano l’atmosfera per via delle riflessione ottica delle ceneri) ottenendo in effetti un grafico di riscaldamento a gradini, come da figura (tratta dal riferimento citato).
La teoria dello SGW è stata da allora ferocemente contestata, in quanto introduce il concetto di ‘pausa climatica’ difficilmente spiegabile con una crescita costante della CO2 (vedi ad es. [4] o la stessa Wikipedia [5]). In realtà queste pause climatiche (o ‘hiatus’ in inglese) puntano il dito verso fenomeni estemporanei nel Global Warming , come eruzioni vulcaniche sottomarine, attività solare o altro. Esse contraddicono quindi il dogma del riscaldamento globale antropogenico attraverso i gas serra.
Ma non è difficile evidenziare questo SGW, anche senza tecniche sofisticate. Basta esaminare, ad esempio, i dati satellitari, come quelli elaborati dal 1978 dall’Università dell’Alabama (UAH) da R. Spencer e J.Christy. Questi dati, rispetto ad altre raccolte, hanno il vantaggio di una maggiore omogeneità di misura e di una copertura effettivamente globale. Scegliendo i dati (mensili) relativi alla bassa troposfera (cioè alla temperatura dell’atmosfera a contatto con il suolo) si utilizza una deconvoluzione con curve sigmoidi (3 in questo caso) ottenendo la figura seguente (Questo procedimento è più diretto e semplice della tecnica dei polinomi ortogonali [6]). La stessa tecnica riproduce risultati molto simili anche su altri ‘database climatici’, Come HadCRUT, NASA-Giss o Berkeley (si possono tutti scaricare da climexp.knmi.nl )
In blu in alto abbiamo i dati satellitari di temperatura media globale, espressi come anomalia, cioè differenza tra il dato effettivo e la media 1989-2020. Il risultato dell’interpolazione sigmoide è in rosso; viene evidenziato un ulteriore terzo gradino attorno al 2015, (non descritto da Belolipetsky semplicemente perché il suo lavoro risale al 2014) e quindi un’ulteriore pausa dal 2015. E’ soltanto un’esercizio matematico? No, se sottraiamo dai dati UAH la curva sigmoide otteniamo il grafico in nero (basso in figura) con un’operazione detta di detrazione della tendenza (de-trend). Se a questa curva sovrapponiamo i dati dell’indice ENSO (El-Niño Southern Oscillation, color magenta) forniti da NOAA, opportunamente riscalati lungo l’asse y, otteniamo una notevole somiglianza. Maggiore se spostiamo in avanti i dati ENSO di sei mesi, come in figura seguente:
In sostanza l’indice ENSO e le temperature globali ‘detrended’ sono quasi coincidenti, e questo non può essere casuale. Come conseguenza si evidenza una pausa termica dopo l’ultimo gradino del 2015; passati gli effetti dell’intenso fenomeno di El-Niño 2016, nei grafici UAH si notano infatti una serie di oscillazioni termiche di segno opposto ma che mediamente dimostrano una tendenza piatta e quindi portano ad una pausa termica che perdura tutt’oggi [7].
In qualche modo i meteorologi del NOAA riescono ad anticipare di 6 mesi le temperature UAH, o in termini più fisici, le masse oceaniche equatoriali (sulle cui temperature sono basati i dati di ENSO, vedi figura seguente) richiedono 6 mesi circa per circolare e riscaldare il resto del globo terracqueo.
Conclusioni
Se i fautori del riscaldamento globale dovuto all’utilizzo dei combustibili fossili, ci riferiamo, in primis, ai Climatologi che lavorano per l’ONU, leggessero, con la dovuta modestia e attenzione, i lavori scientifici scritti e pubblicati da coloro i quali vengono considerati una marmaglia di complottisti e negazionisti allora avrebbero trattato con il dovuto rispetto la teoria, perfettamente sostenuta da dati e calcoli, del riscaldamento a gradini (Staircase Global Warming).
Farlo avrebbe voluto dire saper mettere in discussione il loro dogma, la loro fede, e probabilmente… i loro interessi!
Farlo vorrebbe dire che i Climatologi dovrebbero mettersi a lavorare insieme agli Oceanografi nel cercare di comprendere fenomeni di straordinaria importanza come le correnti oceaniche, Niña e Niño compresi che assolutamente e incontestabilmente regolano da sempre il clima della Terra!
Farlo vorrebbe dire, però, rinunciare al banchetto dei tanto golosi quanto stratosferici finanziamenti statali per la “decarbonizzazione” del Pianeta.
A proposito di stratosfera…in un recente articolo scientifico N.Scafetta [8] smonta la teoria dei “Fanatici per la CO2” secondo la quale il Sole non ha responsabilità alcuna sul riscaldamento globale!
Se invece di guardare a 422 ppm di CO2, inducendoci a credere che ritornando a 280 ppm di CO2 (valore pre industriale) si risolverebbe il tutto, gli Scienziati dell’ONU guardassero al Sole e agli Oceani molto probabilmente si arriverebbe a una seria conclusione senza tartassare economicamente noi europei e non solo!
Bibliografia
[1] A staircase signal in the warming of the mid-20th century ,Belolipetsky P.V., Bartsev S.I., Saltykov M.Y. and Reıd P.C. 15th International Conference on Environmental Science and Technology Rhodes, Greece, 31 August to 2 September 2017.
[2] https://origin.cpc.ncep.noaa.gov/products/analysis_monitoring/ensostuff/ONI_v5.php
[3] http://bobtisdale.blogspot.com/2009/01/can-el-nino-events-explain-all-of.html
[4] Zeke Hausfather, carbonbrief.org
[5] https://en.wikipedia.org/wiki/Global_warming_hiatus
[6] https://www.climate-regression.com/sigmoid.html
[7] Christopher Monckton of Brenchley ,“A New Pause ?” https://wattsupwiththat.com/2021/01/14/a-new-pause/
[8] N.Scafetta, Empirical assessment of the role of the Sun in climate change using balanced multi-proxy solar records; Geoscience Frontiers 14 (2023) 101650