Dalla Romagna al downburst in Cadore, “la questione idrica in Italia non è risolta”

Pubblicato il settimanale report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche
MeteoWeb

Di fronte alle tempeste, che stanno colpendo le campagne ed al downburst, che ha travolto il Cadore, ricordandoci la fragilità dei nostri territori davanti alla crisi climatica, mi domando cosa deve succedere per evidenziare all’opinione pubblica e, in particolare, ai soggetti decisori che anche la questione idrica in Italia non è risolta? Solo la favorevole contingenza delle recenti piogge, che hanno riequilibrato 15 mesi di grave siccità, permette all’Italia di affrontare” il caldo “con relativa tranquillità, seppur differenziata da zona a zona”: a sottolinearlo è Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), preoccupato dagli impietosi dati mondiali: l’Asia è flagellata da tifoni e temperature ai limiti dell’umana sopportazione, l’Europa combatte contro la bolla di calore sahariana con temperature anche 10 gradi sopra la media, gli Stati Uniti sono costretti ad affrontare l’ormai consolidata alternanza tra ondate di calore ed alluvioni, il Canada è ancora alle prese con roghi che in 7 mesi hanno incenerito 10 milioni di ettari di boschi, le temperature degli oceani registrano ogni giorno nuovi record al rialzo (ad inizio settimana, l’Oceano Atlantico ha toccato la temperatura media di 20,98 gradi, cioè 0,68 gradi più della media), elenca ANBI in una nota.

L’esempio dell’indispensabile necessità di attrezzare idraulicamente il territorio italiano con la creazione soprattutto di nuovi bacini – evidenzia Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – arriva dal Sud, dove la grande calura estiva rende necessari, maggiori quantitativi d’acqua a fini irrigui. A questo compito rispondono pienamente i molti serbatoi artificiali, presenti nel Mezzogiorno e che, grazie al surplus d’acqua invasata nei periodi piovosi, garantiscono comunque il fabbisogno necessario alla produzione agricola”.

Il settimanale report dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche segnala che, negli scorsi 7 giorni, “oltre 14 milioni e mezzo di metri cubi d’acqua sono stati rilasciati dagli invasi di Basilicata e ben 18 milioni da quelli pugliesi; ciò nonostante, in entrambe le regioni, le riserve stoccate si mantengono superiori rispetto alla già ottima annata 2022 (un surplus di quasi 100 milioni di metri cubi in Lucania e di circa 80 milioni di metri cubi in Puglia)“.

Al Nord, invece, “il fiume Po è ormai tornato stabilmente a livelli di magra con portate dimezzate rispetto alla media storica e, a Torino, addirittura inferiori allo scorso anno; in Lombardia ed Emilia Romagna, segno negativo nelle portate registrate alle stazioni di Boretto e Borgoforte così come a Pontelagoscuro, dove il flusso (430,60 metri cubi al secondo) è sceso al di sotto del limite minimo (mc/s 450) per contrastare la risalita del cuneo salino. Va un po’ meglio per i “Grandi Laghi” dove, dopo il generalizzato tracollo dei volumi invasati della settimana scorsa, il Lario ed il Sebino registrano un incremento del livello idrometrico (rispettivamente +cm.19 cm e +cm.13). Il lago Maggiore cala invece di oltre 13 centimetri, mentre l’altezza del Benaco resta sostanzialmente invariata; tutti, però, rimangono dichiaratamente sotto le media del periodo“.

In Valle d’Aosta, “dove le temperature restano inusualmente alte (ad esempio, non scendono sotto i 14 gradi ai 2400 metri di altitudine di Gressoney), la Dora Baltea è in media storica mensile registrando, come il torrente Lys, un maggiore flusso in alveo dopo che anche le ultime nevi in quote si sono ormai sciolte (fonte: Centro Funzionale Regionale Valle d’Aosta). In Piemonte, si segnala la buona condizione del fiume Varaita, unico ad essere sopra la portata media storica, decisamente lontana, invece, per il Tanaro. In Lombardia, la portata del fiume Adda è in crescita rispetto alla scorsa settimana così come l’afflusso dal lago di Garda nel Mincio; in calo, invece, è l’Oglio. Al totale delle riserve idriche manca circa il 25% rispetto alla media storica, pur essendo superiore addirittura dell’87% a quanto registrato nel siccitosissimo 2022 (fonte: ARPA Lombardia). In Liguria, il livello del fiume Magra è in crescita, mentre restano stabili quelli degli altri, principali corsi d’acqua che, ad eccezione dell’Entella, godono di portate superiori alla media mensile (fonte: OMIRL). In Emilia Romagna, mentre i fiumi Reno e Secchia evidenziano una condizione di insufficienza idrica, si segnalano due casi agli antipodi: il Trebbia è ancora nettamente sopra media, l’Enza ristagna al di sotto dei livelli minimi storici. In Veneto crescono i livelli dei fiumi Adige (+ m.1,30 rispetto all’anno scorso), Piave, Brenta e Livenza; in controtendenza è invece il Bacchiglione, che cala di una trentina di centimetri. In Toscana, il clima torrido ed asciutto sta condizionando la situazione dei corpi idrici: ben al di sotto della media sono le portate del Serchio e, in misura minore, di Arno e Sieve, mentre cresce l’Ombrone, che si mantiene sopra la media degli anni recenti (fonte: Centro Funzionale RegioneToscana)“.

Nelle Marchetutti i fiumi sono in decrescita nelle portate, mentre i bacini artificiali stanno assolvendo pienamente alla loro funzione primaria, fornendo una grande quantità d’acqua (oltre 2 milioni di metri cubi in una settimana), che permette alle campagne di resistere alle ondate di calore di queste settimane; sono oltre 59 i milioni di metri cubi ancora disponibili negli invasi regionali, cioè un quantitativo ben superiore agli anni passati. In Umbria, come prevedibile, il lago Trasimeno è prossimo a raggiungere il livello critico di -120, sotto il quale non dovrebbe scendere per non pregiudicare l’equilibrio ecosistemico: rispetto alla media, al bacino lacustre mancano 60 centimetri d’acqua. Anche nei bacini fluviali i livelli idrometrici sono tutti decrescenti: il calo maggiore è quello della Nera, che si abbassa di oltre 90 centimetri. Nel Lazio, a differenza dei fiumi ciociari Liri e Sacco, le portate dei fiumi Fiora ed Aniene non subiscono evidenti cali, nonostante il clima sahariano; idem per il Tevere, che resta, però, ampiamente sotto media. Si abbassano ulteriormente i livelli del lago di Nemi (fonte: Protezione Civile Lazio). In Abruzzo, il mese di giugno ha registrato un andamento pluviometrico sopra la media in tutte le province, accompagnato però da temperature più alte della norma (record a Teramo: + 5,7 gradi sulla media. Fonte: Servizio Agrometeo Regione Abruzzo). In Molise, si registra la buona performance del fiume Volturno, le cui acque raggiungono il miglior livello del recente quadriennio“.

Infine, conclude ANBI, “proseguono i cali vistosi, che stanno caratterizzando i fiumi campani, pur rimanendo in linea con gli anni recenti: anche il Garigliano, dopo le ottime performance delle scorse settimane, è tornato ai livelli tipici del periodo“.

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