Il satellite Aeolus sta cadendo sulla Terra: il cacciatore di venti è pronto al rientro da record

L'ESA tenterà un rientro assistito, il primo del suo genere
MeteoWeb

Il satellite Aeolus, il “cacciatore di venti” dell’Agenzia Spaziale Europea, costruito per studiare i venti terrestri con miliardi di impulsi laser, è ormai pronto al suo rientro sulla Terra: l’ESA ha reso noto che tenterà di utilizzare il poco combustibile rimasto sul veicolo per effettuare una caduta controllata, la prima nel suo genere, dato che Aeolus era stato progettato per cadere sul pianeta in modo incontrollata. Le prime manovre inizieranno la settimana prossima, lunedì 24 luglio. Un’altra serie di comandi, che abbasseranno ulteriormente la quota del satellite, sarà inviata 3 giorni dopo, mentre il gran finale è atteso venerdì 28 luglio, quando saranno effettuate le ultime manovre e nelle 5 ore successive è atteso il rientro nell’oceano.

Sono pronte e sono “molte” le “Ground Station diffuse in tutto il Globo terrestre” che, grazie ad un “intero team di Esa“, monitoreranno e garantiranno un rientro sulla a terra “sicuro“, ha spiegato oggi il responsabile ESA delle Operazioni a Terra di Aeolus, Giulio Baldo, nel corso di una conferenza stampa. “Abbiamo una serie di Ground Station in differenti aree del globo, soprattutto nelle zone polari, a Kiruna in Svezia c’è una stazione ESA, poi useremo le Ground Station dell’Agenzia spaziale norvegese che ne ha molte. Useremo la stazione delle Svalbard, in Svezia, e poi anche, tra le altre, quella del Canada“.  Sono “manovre mai provate prima, ci si aspetta una certa imprecisione” ma l’aspetto chiave è che “le stazioni devono prendere il segnale specialmente nella parte finale” della discesa. Acquisendo il segnale, “si riesce a determinare dove è Aeolus” nel corso della sua discesa a Terra ed i “dati vengono inoltrati al centro Esoc dove si realizza il tracciamento dell’orbita del satellite e che cambia ogni volta che si fa una manovra“.

Ogni 10 giorni cade sulla Terra un satellite come Aeolus e nessuno se ne accorge,” ha sottolineato il responsabile ESA della Missione Aeolus, Tommaso Parrinello. In ogni caso, “il centro ESA-Esoc ha il ruolo di controllo e forniremo tutti i dati, c’è un collegamento con le protezioni civili e forniremo loro i dati“.

La missione “ha colmato un vuoto” dimostrando la sua fattibilità “proprio nel corso della pandemia, quando gli aerei – che sono i principali misuratori dei venti – non potevano volare“, ha evidenziato Parrinello. “Il successo più tangibile di Aeolus è che avremo dei successori” alla missione che è “terminata il 30 aprile scorso e che poi è entrata in un a fase sperimentale non prevista inizialmente, con misurazioni che potrebbero” diventare strategiche. La nuova missione Aeolus “volerà il prossimo decennio” Il satellite “è stato progettato per rientrare in modo non controllato perché non c’erano le regole di oggi sui rifiuti spaziali e la sicurezza spaziale, ma abbiamo visto che il rischio di un rientro incontrollato era di poco rispetto alle nuove regole“. Gli esperti ESA hanno verificato e “fatto studi e progettato un modo di rientro semi-controllato che abbasserà notevolmente i danni a Terra già, comunque, valutati con un rischio molto piccolo“.

Il rientro da primato di Aeolus

L’atmosfera terrestre, così come l’attività solare, stanno trascinando Aeolus giù dalla sua altitudine operativa. Il satellite non è stato progettato per un rientro controllato, quindi in circostanze normali ricadrebbe naturalmente sulla Terra. L’ESA tenterà un rientro assistito, il primo del suo genere.

Presso lo Space Operations Centre dell’ESA in Germania, mission control utilizzerà il carburante rimanente per guidare Aeolus durante il suo ritorno sulla Terra. La maggior parte del satellite inizierà a bruciare quando raggiungerà un’altitudine di circa 80 km. Tuttavia, i modelli mostrano che diversi pezzi di detriti potrebbero raggiungere la superficie terrestre.

Oggi le missioni sono progettate secondo regolamenti che richiedono ai satelliti di bruciare completamente o di subire un rientro controllato alla fine della loro vita in orbita. Questo primo tentativo di rientro assistito stabilisce un nuovo precedente per le missioni che non rientravano in tali regolamenti quando sono state progettate, ma potrebbero rispettarli retroattivamente.

Con Aeolus, l’ESA sta aprendo la strada a rientri sicuri e gestione responsabile, il che è particolarmente importante considerando il traffico spaziale in orbita e il problema dei detriti spaziali.

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