Spunta una nuova ipotesi sulla Gioconda, “il lago era sul fiume Marecchia”

Da Olivia Nesci e Rosetta Borchia una nuova ipotesi sul paesaggio alle spalle della Gioconda, a lungo oggetto di dibattito
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Nuova ipotesi sul paesaggio alle spalle della Gioconda: come riferisce “QN – Quotidiano Nazionale”, secondo Olivia Nesci e Rosetta Borchia, che da lungo tempo si dedicano allo studio dello sfondo dei capolavori di Piero della Francesca e Leonardo, quando quest’ultimo realizzò la “Gioconda“, attorno al 1503, “aveva negli occhi il territorio della Valmarecchia e del Montefeltro dove era stato pochi mesi prima“. Alle spalle del celebre quadro custodito al Louvre di Parigi “si possono riconoscere tanti punti chiave di queste zone: il massiccio del Fumaiolo con il monte Aquilone, i monti della Faggiola, il torrente Senatello, lo stesso fiume Marecchia e il ducato di Urbino“.

Il paesaggio è stato a lungo oggetto di dibattito, “ma noi sappiamo che il 30 luglio 1502 Leonardo si trovava a Urbino al servizio di Cesare Borgia detto il Valentino che aveva conquistato quasi tutto il Montefeltro. Fu a Pesaro, a Rimini e poi venne nominato soprintendente delle fortificazioni militari. In alcuni disegni, in particolare tra i fogli di Windsor, si riconoscono minuziosamente le zone del Montefeltro,” ha dichiarato la prof.ssa Olivia Nesci, già docente di geografia fisica all’Università di Urbino.

Di recente Nesci e Borchia hanno svelato un altro dei misteri della “Gioconda”, quello relativo al lago che si vede in alto a destra nel dipinto, ai piedi del monte che viene riconosciuto come l’Aquilone. Quello specchio d’acqua oggi non c’è più, poiché vari indizi lasciano pensare che in effetti sia esistito in passato. Nei giorni scorsi Olivia Nesci ha individuato la carta d’Italia del geografo arabo Edrisi, risalente al 1154, in cui compare un ampio lago alle sorgenti del Marecchia, a due passi dal mare. “Siamo fra l’Aquilone e i monti della Faggiola, oggi a monte di Casteldelci: in quel bacino, grazie al terreno argilloso, si fermavano le acque provenienti anche dalle sorgenti del Fumaiolo. Doveva essere un lago non molto profondo ma vasto,” ha dichiarato Nesci a “QN – Quotidiano Nazionale”. Con i secoli è scomparso, molto probabilmente attorno al 1700, durante la piccola età glaciale.

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