Vienna Cammarota lungo la Via della Seta: “ho attraversato il Dasht-e Lut, il luogo più caldo sulla Terra”

"Sono riuscita ad attraversare l’Iran, ben 100 km di deserto da sola"
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Ho attraversato il Dasht – e Lut, il venticinquesimo deserto più vasto al Mondo, il luogo più caldo sulla Terra. In questo momento sono in Uzbekistan. E’ difficile spiegare. Sono riuscita ad attraversare l’Iran, ben 100 km di deserto da sola”: lo ha annunciato in queste ore Vienna Cammarota, anni 73, la donna che sta raggiungendo Pechino a piedi per raccontare la Via della Seta nel contesto attuale. Vienna lo fa con il Milione di Marco Polo in mano, leggendo lungo il cammino e ritrovando i luoghi descritti da Marco Polo. “Ho appreso, in queste ore – ha continuato la Cammarota, campana, cilentana, Guida Ambientale Escursionistica di Assoguide e Ambasciatrice di Archeoclub D’Italia nel Mondo – che uno studente di Avellino, durante il colloquio per l’Esame di Stato, ha parlato del mio cammino. Lo ringrazio, di cuore. Ben due anni fa ebbi modo, tramite Ilenia D’Oria, Presidente Archeoclub D’Italia di Avellino, di incontrare gli studenti irpini e raccontare loro il mio viaggio. Viaggio che ha avuto inizio il 26 Aprile del 2022 dal Lazzaretto Nuovo, sito naturalistico e culturale, gestito da Archeoclub D’Italia”.

Ero abituata all’Europa, ai Paesi attraversati con una facilità enorme e dalla profonda integrazione sociale. In Europa stiamo bene, siamo davvero avanti. Indipendentemente dalla ricchezza di Baku, in Azerbaijan, c’è però povertà e c’è povertà anche nelle altre città. Il mio problema è stato avere i visti ma non in relazione ai tempi. I tempi sono stati veloci. I problemi si sono verificati in Iran dove c’è bisogno di un codice numerico. Il passaggio tra Azerbargjan e l’Iran è stato sorprendente. Ero ansiosa e preoccupata ed invece il visto l’ho avuto subito. Ero tesa per le questioni sociali e politiche. Pensavo che avrebbero svuotato il mio zaino. Invece ho cacciato fuori la mia italianeità. In Iran ho raccontato tutta la mia storia – ha continuato la Cammarota – ho mostrato le cartoline dei posti attraversati da me in Italia. Ho regalato a tutti le mie penne, le mie cartoline, i testi. Nell’attraversare quel piccolo tratto di ingresso ho impiegato 90 minuti perchè sottoposta a continue domande. Tanti sono gli anedotti simpatici da poter raccontare, anche legati alla socialità. Erano guardie al femminile a controllarmi e sono stata invitata ad indossare il velo. Io ero convinta di andare in Iran per la sua storia, per l’Impero Persiano, per la grandezza di ciò che ha rappresentato. In Iran non funzionavano le carte di credito perchè è un Paese sotto sanzione. Ho trovato però molta solidarietà. E con questa solidarietà ho risolto. Nello stesso Turkmenistan c’è un sistema finanziario ancora piu’ ristretto, in quanto devi ricevere una lettera di invito solo attraverso le agenzie. Ma le agenzie ti organizzano anche il viaggio. Io sono invece una camminatrice libera, devo vedere, raccontare e narrare soprattutto i luoghi di Marco Polo. Io non ho mollato, non ho abbassato la guardia. E’ davvero complicato camminare in modo libero! E a causa di un sistema finanziario che in Iran non mi consentiva di pagare con la carta di credito, spesso non ho mangiato, ho dormito in luoghi di fortuna. Non avevo soldi, non potevo pagare con le carte. Però ho trovato la gente iraniana molto ospitale ed erano gentili al punto tale da invitarmi nelle loro case. L’Iran è da vedere e comunque sono riuscita a vedere luoghi importanti. Ho attraversato il deserto, ben 100 km!”.

Ho attraversato il Dasht – e Lut, un deserto salato dell’Iran che è anche il venticinquesimo deserto più vasto al Mondo ed è anche il luogo più caldo sulla Terra. La mattina alle ore 8 sono già 40 gradi. Nell’attraversare il deserto mi sono imbattuta in alcuni caravanserragli. Alcuni sono oggi alberghi di lusso in pieno deserto. Talmente del caldo, il telefonino scottava. In Azerbaijan ho visitato Baku che ebbe un ruolo importante lungo la Via della Seta. Marco Polo ad esempio scrisse e descrisse bene il contesto territoriale. E parlò di una sorgente – ha dichiarato Vienna Cammarota – al confine con la Georgia, dalla quale scaturisce olio non buono da mangiare ma che serve per curare le malattie. Hitler voleva dominare Baku per i possedimenti petroliferi. Ho mangiato anche lo Slash Plov, tradizionale riso con pasta fritta e condimento a base di zafferano addolcito, castagne, uvetta passa e prugne. Poi ho visto Sheki, distrutta da un’inondazione e ricostruita da Haci Calabi il ribelle di Khan. Questa città ebbe un ruolo importante sulla Via della Seta e collegava l’Asia centrale con l’Anatolia. Dunque una posizione strategica sul mar Caspio e ai piedi delle montagne delm Caucaso. Ed ancora anche Astara, piccola città situata nel sud – est del Paese, al confine con l’Iran. In Iran, a Tabriz ho visitato El Goli, piscina del popolo, il cui nome iniziale era Shah Goli che significa piscina reale, poi. Si tratta di un bellissimo parco. Ma a sette km da Tabriz c’è una catena montuosa, la cui cima piu’ alta arriva a ben 2370 metri. Ci sono arrivata ed in cima ho trovato una coppia che festeggiava il suo fidanzamento. Ora sono in Uzbekistan“.

Vienna attraverserà anche il Kirghizistan, il Kazakistan, la Mongolia, poi sarà Cina. L’obiettivo, essendo anche Ambasciatrice di Archeoclub d’Italia, è quello di raccontare e documentare la Via della Seta nel contesto contemporaneo.

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