Sbarcato in Calabria con 2mila uomini decisi a prendere Roma, Giuseppe Garibaldi viene fermato il 29 agosto 1862 sull’Aspromonte dai bersaglieri guidati dal colonnello Pallavicini di Priola. Nello scontro il condottiero viene ferito ad una gamba.
Garibaldi, un generale e figura chiave del movimento risorgimentale italiano che mirava all’unificazione dell’Italia, fu coinvolto in uno scontro armato mentre cercava di conquistare il Regno delle Due Sicilie. Garibaldi e i suoi seguaci, noti come i “Mille”, avevano già compiuto diverse imprese militari nel corso dell’unità italiana. Nel 1860, avevano effettuato una spedizione militare nella Sicilia meridionale e successivamente nella terraferma, contribuendo a rovesciare il governo borbonico.
Nel 1862, Garibaldi decise di compiere un’incursione nell’Aspromonte, in Calabria, con l’intento di catturare alcuni forti presidiati dalle forze borboniche. Tuttavia, durante uno scontro a fuoco, Garibaldi fu ferito da colpi di arma da fuoco, tra cui un colpo che gli perforò una gamba. La ferita fu trattata e curata, ma l’evento segnò un punto di svolta nella sua lotta e nei suoi piani. La ferita lo costrinse a ritirarsi temporaneamente dalla scena politica e militare, indebolendo ulteriormente gli sforzi per unificare l’Italia sotto una singola bandiera.
Nonostante questo evento, la proclamazione del Regno d’Italia avvenne poi nel 1861. Garibaldi stesso continuò a svolgere un ruolo importante nelle fasi successive.