Il Corno d’Africa potrebbe subire un aggravamento della siccità sotto il continuo riscaldamento antropogenico, secondo un recente studio pubblicato sulla rivista Nature. I risultati della ricerca si basano su una ricostruzione della variabilità idro-climatica negli ultimi 75.000 anni, ricostruita dall’esamina dei sedimenti del lago. Gli esperti prevedono che il ciclo idrologico globale sia influenzato dal cambiamento climatico antropogenico, specialmente nelle regioni tropicali con economie basate sull’agricoltura che dipendono dalle precipitazioni monsoniche.
Il Corno d’Africa, situato nella parte più orientale del continente africano, ha vissuto condizioni di siccità più frequenti negli ultimi anni. Tuttavia, questo è in contrasto con i modelli climatici che suggeriscono che le precipitazioni nell’area dovrebbero aumentare con l’incremento delle temperature. Per esplorare queste discrepanze, Allix Baxter, Dirk Verschuren e colleghi hanno analizzato i sedimenti del lago Chala situato in Kenya e in Tanzania per indagare sulle interazioni tra temperatura e l’umidità negli ultimi 75.000 anni.
Gli autori dello studio hanno scoperto che durante le ere glaciali, c’era un rapporto positivo tra l’umidità e temperatura nella regione del Corno d’Africa. Tuttavia, con l’inizio dell’Olocene, circa 11.700 anni fa, quando le temperature medie annuali erano simili a quelle moderne e la CO2 atmosferica superava le 250 parti per milione in volume, questa relazione diventò negativa, con le condizioni meteorologiche che divennero più secche con l’aumento delle temperature.
Gli esperti suggeriscono che questo indica che la regione del Corno d’Africa ha attraversato un punto di andamento ribaltabile, dove l’influenza positiva della temperatura in rapporto all’evaporazione è diventata maggiore di quella dovuta alle precipitazioni. Gli studiosi indicano che i risultati dimostrano che, sotto il continuo riscaldamento antropogenico, è probabile che il Corno d’Africa vada incontro a un futuro in cui il clima sarà più secco.
Pertanto, nel Corno d’Africa, le condizioni di siccità più frequenti negli ultimi decenni contrasta con le proiezioni dei modelli climatici che tengono conto dell’aumento delle temperature. L’incongruenza tra la prevalenza di siccità nel Corno d’Africa durante i recenti decenni e le simulazioni climatiche dei modelli che prevedono un aumento delle precipitazioni durante il XXI secolo, definito il “paradosso del clima dell’Africa orientale“, è un elemento di disturbo nelle attività di adattamento al cambiamento climatico del Paese, e mina le strategie di pianificazione agricola e di gestione delle risorse idriche. La recente tendenza storica (e in corso) di siccità nel Corno d’Africa si esprime in ritardo e prima che siano cessate le lunghe piogge del periodo marzo-maggio che sostengono la principale stagione agricola.
Considerando che il monitoraggio delle proiezioni sui cambiamenti climatici è basato su modelli climatici tendono a concentrarsi sui cambiamenti sulla circolazione atmosferica, sull’idrologia continentale e sulle risorse idriche, gli autori dello studio pongono maggiore enfasi sui processi di termodinamica, come l’alimentazione terra-atmosfera.
I dati paleoclimatici presenti negli archivi geologici di alta qualità possono aiutare a migliorare le proiezioni della futura disponibilità di acqua, e la valutazione della stabilità del rapporto tra umidità effettiva e la gamma di temperature nel passato per determinare se il regime del clima tropicale semiarido del Corno d’Africa ha maggiori probabilità di diventare progressivamente più umido o più secco a causa del futuro riscaldamento antropogenico.