Il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che è anche presidente del Pd, è tornato ad attaccare il governo: “ha nominato il commissario in ritardo, non ha capito cosa serve a questa terra per ripartire e ha messo a disposizione meno della metà delle risorse necessarie”, ha detto nel giorno in cui governo e opposizioni tornano a incontrarsi.
Bonaccini è stato nominato subcommissario e alla fine di questo mese è previsto un incontro con il commissario per la ricostruzione, il generale Francesco Paolo Figliuolo, insieme alle parti sociali della regione. “Il generale Figliuolo – dice Bonaccini – indicato dal Governo a fine giugno è entrato in carica operativamente solo pochi giorni fa. Detto questo, Figliuolo è una persona perbene, molto competente e servitore dello Stato, ci sentiamo più volte al giorno, ma nemmeno Mandrake, se non ha gli strumenti e le risorse, può risolvere tutto”, ha detto.
Il tema centrale è la disponibilità dei fondi e su questo il centrosinistra darà battaglia: a fine mese, peraltro, comincerà la festa nazionale dell’Unità proprio a Ravenna, e la questione sarà inevitabilmente uno dei temi più affrontati. “L’ultimo decreto – ha detto Bonaccini – ha stanziato 4 miliardi e mezzo euro per i prossimi 3 anni, compresi anche una parte di danni per le Marche e la Toscana. Questi 4 miliardi e mezzo però fanno fronte a poco meno di 9 miliardi di euro di danni complessivi. Basta aver fatto le scuole elementari, come le chiamano quelli della mia generazione, per capire che il 4 nel 9 ci sta dentro meno della metà. Quindi solo per questo fatto serviranno in futuro nuove risorse”.
La questione, secondo Bonaccini, non è solo contabile, ma anche e soprattutto politica “nel governo non hanno ancora compreso cosa serva fino in fondo per far ripartire del tutto questa terra, è per quello che qui tanti se non tutti, anche i sindaci di centrodestra, chiedevano che non si perdesse quella filiera istituzionale che aveva funzionato così bene durante il terremoto. Il governo ha voluto accentrare a Roma: dicono che sono quelli dell’autonomia differenziata, nel nostro caso hanno centralizzato tutto a Roma, che è ben curioso. Se 6 governi precedenti hanno trovato e messo a disposizione 12 miliardi per il terremoto, non si capirebbe perché questo governo a fronte di quasi 9 miliardi di euro ne mette quasi meno della metà”.