Nubifragio a Bardonecchia, Uncem: “la tragedia è stata evitata grazie alla macchina dei soccorsi, ma serve prevenzione”

Il presidente nazionale e il presidente della sezione Piemonte di Uncem hanno dichiarato che la tragedia è stata evitata perché la macchina dei soccorsi ha funzionato perfettamente, ma è importante la prevenzione di questi fenomeni
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Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, e Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte hanno dichiarato: “Non è stata fortuna. E neanche solo la mano del Santo Patrono a difendere e proteggere Bardonecchia. Senza i corretti interventi preventivi per l’assetto del territorio, l’evento calamitoso di dodici giorni fa poteva essere una tragedia“. Bussone e Colombero hanno aggiunto: “Non lo è stata non per fortuna o destino. Non lo è stata grazie all’organizzazione della macchina di Protezione civile che ha visto tutti, a partire dalla Sindaca e dall’Amministrazione, con mille volontari, forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco, pronti e attivi. La migliore del mondo. Capaci e uniti. Non lo è stata, una tragedia, perché nel rio del Frejus c’è stata programmazione e gestione. Il Consorzio Forestale, le reti di proprietari fondiari, con il sistema pubblico, da decenni hanno fatto la differenza. È un vero “Modello Bardonecchia” quello che registriamo e che ha 40 anni di storia, buona storia, buoni interventi e programmazione, con i Comuni vicini. Con pascoli e boschi ben gestiti, pianificati e certificati, interventi con briglie, orizzontali e selettive, e scogliere hanno mitigato gli effetti che potevano essere ben peggiori“.

Gli interventi progettati per l’Alta Val di Susa

Bussone e Colombero hanno aggiunto: “L’Alta Val di Susa ha altri 60 milioni di euro di interventi pronti, progettati. Che attendono finanziamenti pubblici. Ci sono 8,5 miliardi in Italia già stanziati e da spendere. Uncem chiede 10 miliardi l’anno per dieci anni, contro il dissesto idrogeologico. Per investire in prevenzione. La stessa determinante, a evitare altre tragedie, va detto, ieri sera in Valle Thuras e Argentera. Anche qui, la manutenzione ambientale è stata decisiva. È prioritaria. La montagna è fragile, ma è anche abitata e gli eventi estremi saranno sempre più frequenti. Dobbiamo esserne consapevoli. Servono nuovo impegno, nuove tecnologie, anche innovazione e moderni sensori ambientali, altre risorse in un territorio che programma, pianifica, condivide e comunica, realizza a scala sovracomunale, con le Unioni montane, perché le calamità non conoscono i confini amministrativi dei Comuni“.

Il presidente nazionale e il presidente della sezione Piemonte di Uncem hanno concluso: “Lo fa seguendo la scienza, con consapevolezza, con la capacità delle comunità di mettere in campo le migliori iniziative per prevenire, per organizzare, per pianificare, coinvolgendo tutti i cittadini. Questa è l’ulteriore sfida. Coinvolgere tutti i cittadini, a partire dai più giovani, facendoli pienamente sentire parte di un territorio che in quota e nei paesi è organizzato e che lavora insieme“.

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