“Dopo quelli dal Lazio, arriva dalla Toscana un nuovo segnale d’allerta sulla necessità di concretizzare un piano nazionale per migliorare la condizione idrica di un Paese, dove ora si sta evidenziando uno stato di crisi in alcune zone del Centro Italia, non beneficiate da condizioni meteo, quanto mai diversificate: l’evidenza arriva da Bagnone, in provincia di Massa Carrara dove, per il secondo anno consecutivo, i livelli dell’invaso della Marana sono calati repentinamente a causa della scarsità di piogge e del forte caldo; scendere sotto la misura minima, necessaria per erogare l’acqua, significa dover bloccare una parte dell’impianto irriguo, che serve una zona compresa tra le frazioni di Virgoletta e Mocrone Alto, con conseguenti preoccupazioni per l’agricoltura e l’ambiente locali. Data la situazione non è escluso che nei prossimi giorni lo stop possa interessare altri settori della Lunigiana“: è quanto afferma in una nota l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).
“L’invaso della Marana è praticamente vuoto – afferma Ismaele Ridolfi, Presidente del Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord – È una pozzanghera di terra e fango con un rivolo quasi impercettibile d’acqua, apporto del torrente Mangiola. Sono immagini, che testimoniano la crisi idrica generata dalla siccità, che colpisce questa porzione di Toscana. Nemmeno le piogge sopra la media nel mese di giugno hanno scongiurato l’emergenza e la conseguente chiusura dell’impianto. Lo scorso anno si verificò la stessa situazione con una decina di giorni d’anticipo e già in quell’occasione chiedemmo alla Cabina di Regia per l’Emergenza Idrica di approvare gli interventi di risagomatura del serbatoio e di rimozione dei detriti, che nel corso del tempo si sono depositati sul fondo: aumentare il volume d’invaso sarebbe, infatti, fondamentale per superare questi periodi siccitosi e garantire la fornitura d’acqua alle campagne. Chiediamo alla Regione Toscana, pertanto, di poter intervenire ora che l’invaso è vuoto“.
“L’efficientamento della rete idraulica è una delle priorità per aumentare la resilienza dei territori di fronte alla crisi climatica – sottolinea Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – Per questo, il nostro Piano nazionale prevede la manutenzione di 90 bacini, la cui capacità è mediamente ridotta del 10%; l’investimento stimato è di quasi 291 milioni di euro, capaci di attivare circa 1450 posti di lavoro“.
“Il paradosso – ricorda Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – è che nella stessa regione c’è un altro invaso, Montedoglio, le cui acque non possono irrigare le campagne circostanti per la mancanza delle necessarie reti distributive! Dovrebbe essere superfluo ribadire che nuove infrastrutture idrauliche, ad iniziare dal completamento di quelle esistenti, sono un’altra priorità per il Paese di fronte ai cambiamenti climatici“.
Il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord aprirà nuovamente i prelievi dall’invaso della Marana non appena le condizioni lo consentiranno; nel frattempo ricorda il forte impegno per ottenere importanti finanziamenti a favore degli impianti irrigui della Lunigiana: tra questi, 375.000 euro proprio per l’ammodernamento dell’acquedotto di Bagnone – Villafranca, per la cui piena funzionalità è indispensabile, però, aumentare la capacità d’invaso a monte.