Il 10 agosto è stata pubblicata la relazione tecnico-scientifica di “Lupus in stabula“. Si tratta di un progetto per studiare le dinamiche della predazione del lupo sul bestiame domestico nel contesto della Provincia di Trento. Il progetto è coordinato dal MUSE, Museo delle Scienze, finanziato dalla Fondazione Cassa Rurale di Trento e svolto in collaborazione con il Servizio Faunistico – Settore Grandi Carnivori della Provincia.
I ricercatori hanno realizzato il rapporto con approccio scientifico, vagliando le situazioni e i contesti, in cui si sono verificate le predazioni sul bestiame da parte del lupo nel territorio provinciale. La ricerca ha avuto l’obiettivo di approfondire molteplici fattori: l’andamento negli anni, la distribuzione spaziale, il rapporto con le misure di prevenzione, i fattori gestionali che possono aumentare il rischio di predazione.
Le conclusioni del progetto “Lupus in fabula”
La ricercatrice del MUSE Giulia Bombieri, coordinatrice del progetto ha spiegato al riguardo: “A distanza di dieci anni dal ritorno stabile della specie sul territorio trentino, questo tipo di analisi è fondamentale non solo per fornire una fotografia aggiornata della problematica, ma anche e soprattutto per comprenderne le dinamiche e i fattori di rischio, nonché valutare l’efficacia delle misure di prevenzione messe in atto e studiarne possibili miglioramenti”.
Dal rapporto si evince come una gran parte delle predazioni sia avvenuta in completa assenza di opere di prevenzione (62%) e, laddove presenti, non in tutti i casi erano a protezione dei capi predati nel momento in cui è avvenuto l’attacco. Da ciò ne consegue che nell’81% dei casi il bestiame predato non era difeso in alcun modo, a testimonianza di quanto lavoro ci sia ancora da fare in questo ambito.