“Sono a Moyonq, principale città di Karalpakstan, Repubblica autonoma dell’Uzbekistan. In questa città c’era il principale porto del fiume – lago Aral. Oggi sono scomparsi il fiume ed il lago. Il luogo è diventato il simbolo di una catastrofe ecologica,voluta dall’uomo, mai visto. Una città che viveva solo di tantissima pesca, anche caviale. Adesso le acque non ci sono più, totalmente prosciugato l’Aral che era un lago importante. Sono emersi gli scheletri gli delle grandi barche da pesca. Io sono scesa nel letto del fiume ed in quello che fino a poco tempo fa era anche un lago. Solo dune del deserto, non c’è nulla. E’ un impatto visivo simile a quello che si ha nel vedere la fusione dei ghiacciai. C’entrano i cambiamenti climatici causati dall’uomo, infatti i geologi parlano di Antropocene ma nel caso specifico di questo luogo, c’e’ la mano pesante dell’uomo”: è quanto ha affermato Vienna Cammarota, 73 anni, prima donna al mondo a percorrere la Via della Seta per raccontarla in epoca contemporanea. Vienna è Guida Ambientale Escursionistica di ASSOGUIDE e Ambasciatrice di Archeoclub d’Italia nel Mondo.
“Negli anni ’60 con il regime socialista, fu deciso che occorreva trasformare la zona in una produzione di cotone per sviluppare l’industria tessile. Fu iniziato un sistema idrico con prelevamento delle acque da due fiumi e convogliate nei campi di cotone per irrigarli. Il prelievo delle acque ha fatto diminuire nel giro di pochi anni il prosciugamento – ha continuato la Cammarota – dovuto anche alla salinità delle acque. Gli additivi chimici hanno inquinato le falde, causando una mortalità infantile impressionante. La chiusura dell’industria della pesca ha causato un’emigrazione e spopolamento, oltre un inquinamento ambientale. Strabone racconta che Alessandro Magno nell’attraversare il fiume Oxus, uno dei due affluenti, impiegò cinque giorni e cinque giorni. Ora è un deserto. Benvenuti all’Inferno”.
Il lago d’Aral, chiamato anche mare d’Aral è stato un lago di origine oceanica, situato tra Uzbekistan e Kazakistan. Dal 1986, lo sfruttamento delle risorse idriche dei suoi emissari principali quali Amu Darya e Syr Darya ne ha generato prima la separazione in un bacino più piccolo a Nord e uno di maggiore estensione a sud ed infine, in questi anni, anche con l’accentuarsi dei cambiamenti climatici, il totale esaurimento. Dove c’era il lago, adesso solo dune.
Vienna, partita il 26 Aprile del 2022 da Venezia, dal Lazzaretto Nuovo di Venezia, sito eco – museo, gestito da Archeoclub D’Italia sede di Venezia, ha attraversato a piedi la Slovenia, la Croazia, la Bulgaria, Turchia, Iran, Turkimenistan, Azerbaigian, in queste ore sta attraversando l’Uzbekistan. Vienna arriverebbe a Pechino non prima del Dicembre 2025.