Il 19 settembre 1991, vicino al Similaun, nelle Alpi Venoste tra Italia e Austria, due escursionisti tedeschi, Helmut e Erika Simon, fecero una scoperta sensazionale: il corpo congelato di un uomo preistorico, risalente a più di 5.000 anni fa. Questa mummia del Neolitico, chiamata Ötzi in onore della valle dell’Ötztal dove fu trovata, si è rivelata una delle scoperte archeologiche più importanti del XX secolo. L’analisi dettagliata di Ötzi ha offerto informazioni inestimabili sulla vita, l’abbigliamento, l’attrezzatura, l’alimentazione e persino la salute delle persone dell’età del rame. Con i tatuaggi e i reperti rinvenuti con lui, come un’ascia di rame e un pugnale, Ötzi rappresenta una finestra temporale unica sull’Europa preistorica.
Le circostanze della sua morte rimangono un mistero, anche se le analisi suggeriscono che sia stato assassinato da una freccia e che soffrisse di molte altre ferite. La mummia, preservata nel ghiaccio per millenni, ora riposa nel Museo Archeologico dell’Alto Adige a Bolzano.