Assume dimensioni sempre più drammatiche l’alluvione che ha colpito la Libia orientale, scatenate dal passaggio del ciclone Daniel. Il bilancio è salito ad almeno 5.200 morti e 8.226 dispersi. Lo ha reso noto il portavoce del Ministero degli Interni del governo della Libia orientale, Tariq Al-Kharraz, citato dai media locali. Sono ancora in corso le ricerche di migliaia di dispersi in quella che è la peggiore catastrofe della Libia e una delle più gravi dell’intero Mediterraneo. Secondo il Ministero della Sanità il bilancio potrebbe aggravarsi fino ad arrivare a 10mila morti. Oltre a Derna, infatti, ci sono molte altre aree colpite, come Susah (8.000 abitanti), Al Marj (80.000), Al Bayda (250.000) e zone dell’entroterra di cui si sa poco o nulla.
La situazione è drammatica in particolare nella città di Derna, 100.000 abitanti in Cirenaica, dove sono crollate due dighe, riversando enormi colate di acqua e fango che hanno spazzato via interi quartieri residenziali. A Derna, “l’acqua è salita fino a toccare i 3 metri”, riferiscono diversi testimoni, secondo alcuni media interazionali. Il Servizio di ambulanze e di emergenza della Libia non riesce a mettersi in contatto con le proprie squadre di soccorso presenti in città a causa di un’interruzione delle reti Internet e di telefonia. Lo ha riferito il Servizio libico di ambulanze e di emergenza, aggiungendo che la maggior parte delle operazioni di soccorso al momento “vengono eseguite con l’aiuto dei cittadini”.
La città di Derna “è diventata inabitabile ed è molto probabile che venga evacuata“, ha riferito il Ministro dell’Aviazione del Governo di stabilità nazionale della Libia (Gsn, l’esecutivo al potere nell’est del Paese), Hisham Abu Shkiwat, all’emittente panaraba di proprietà qatariota “Al Jazeera”. “La situazione a Derna è scioccante e molto drammatica”, ha riferito Oussama Ali, portavoce del servizio d’emergenza libico, chiedendo “maggiore aiuto per salvare vite umane perché ci sono ancora persone sotto le macerie e ogni minuto conta“. Almasar Othman Abduljalil, Ministro della Sanità nella regione orientale della Libia, si è recato sul posto e ha parlato di una “situazione catastrofica”, con corpi ovunque. “Ci sono famiglie ancora bloccate nelle loro case e ci sono vittime sotto le macerie, immagino che le persone siano state trascinate in mare”, ha riferito.
La Mezzaluna rossa ha fatto sapere che tre volontari sono morti in Libia “mentre aiutavano le famiglie bloccate dalle inondazioni dopo la tempesta Daniel”. Da parte sua, l’Egitto ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale “in solidarietà con i marocchini e i libici” e il Presidente Abdel Fattah al-Sissi ha ordinato “all’esercito di fornire tutti gli aiuti umanitari possibili, squadre di soccorso, attrezzature e campi per ospitare i sopravvissuti, in coordinamento con le istituzioni libiche e marocchine“.
Le autorità algerine hanno annunciato un ponte aereo di otto velivoli militari per consegnare aiuti umanitari alla Libia, riporta una nota del Ministero degli affari esteri algerino. Il dicastero ha spiegato che “in risposta alla richiesta del Presidente del Consiglio presidenziale libico, Mohamed Younes Menfi, di fornire sostegno e assistenza alle zone colpite a seguito dell’uragano che ha colpito diverse città del Paese fratello della Libia, l’Algeria ha deciso, su istruzioni del Presidente della Repubblica, Abdelmadjid Tebboune, di inviare aiuti umanitari consistenti e urgenti”. Il comunicato aggiunge che gli aiuti consistono in “cibo, forniture mediche, vestiti e tende, attraverso un ponte aereo composto da 8 velivoli dell’Aviazione dell’Esercito Nazionale Popolare“. La nota conclude osservando che questi aiuti esprimono “l’impegno dei leader e del popolo algerino a una solidarietà incondizionata e illimitata con il fraterno popolo libico, per aiutarlo a superare le difficili circostanze che sta attraversando”.