Antartide, il gigantesco iceberg A-68 si sta sciogliendo: effetti sull’Oceano Meridionale

La superficie dell'Oceano Meridionale è più fredda e meno salata a causa dello scioglimento dell’iceberg A-68
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A sei anni dalla sua separazione da una delle grandi piattaforme di ghiaccio dell’Antartide, il gigantesco iceberg A-68 ha cominciato a sciogliersi. Al momento del suo distacco dalla piattaforma Larsen, sulla costa orientale della Penisola Antartica, l’iceberg aveva una superficie di oltre 5.800 chilometri quadrati e uno spessore di 200 metri; è ancora oggi uno dei più grandi iceberg mai visti. Adesso si sta sciogliendo al largo della Georgia del Sud, dove era arrivato nel 2020, cominciando a frantumarsi. Il suo scioglimento sta modificando drasticamente l’acqua che lo circonda, rendendola più fredda e meno salata. Lo indicano i risultati di uno studio condotto dai ricercatori del British Antarctic Survey e dell’Università di Sheffield e pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters.

Nelle acque che circondano iceberg A-68, la temperatura è scesa di 4,5°C e la salinità è diminuita di due terzi rispetto ai valori normali. Queste variazioni riguardano le acque superficiali, ma secondo gli esperti sono sufficienti a provocare anomalie mai finora osservate in occasione dello scioglimento di altri iceberg. Secondo gli autori della ricerca, Roseanne Smith del British Antarctic Survey e Grant Bigg dell’Università di Sheffield, è possibile che il cambiamento possa farsi sentire anche su lunghe distanze, attraverso le correnti che attraversano l’Atlantico meridionale, fino a due mesi dallo scioglimento. Un tempo sufficiente a favorire cambiamenti, come maggiori concentrazioni di ferro in grado di favorire la crescita delle microscopiche alghe chiamata fitoplancton.

I nostri risultati indicano che ogni grande iceberg che si scioglie può avere impatti importanti e duraturi sulle acque di superficie dell’Oceano Meridionale e conseguenze sulle piante e gli animali“, osserva Smith. Secondo Bigg, “è probabile che il cambiamento climatico possa provocare in futuro lo scioglimento di altri grandi iceberg ed è importante tenere alta la guardia e continuare a misurare l’impatto sulla circolazione degli oceani, la biologia e la geologia dei fondali”.

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