Sono più di 5.300 i cadaveri recuperati a Derna, la città della Libia nordorientale maggiormente colpita dal Ciclone Daniel: lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Interni del governo di Bengasi, Tarek al-Kharraz, citato dall’agenzia di stampa libica Lana. Il numero delle vittime è destinato ad aumentare, addirittura potrebbe raddoppiare, ha aggiunto il ministro dell’Aviazione civile del governo di Bengasi Hichem Abu Chkiouat.
L’OMS “sta collaborando con le autorità locali” della Libia “per rispondere alle esigenze sanitarie urgenti. Abbiamo distribuito scorte mediche e continueremo a sostenere l’erogazione di assistenza sanitaria“. A fare il punto sull’impegno messo in campo sul fronte sanitario nel Paese “che sta affrontando una tragedia inimmaginabile causata dalla tempesta Daniel e dalle inondazioni” è il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus che ha espresso vicinanza alle persone colpite. “Il mio cuore va al popolo della Libia“, ha evidenziato, assicurando il supporto dell’agenzia ONU.
Le Nazioni Unite definiscono le inondazioni in Libia una “calamità di proporzioni epiche” rilevando gli ultimi dati che parlano di più di 5mila morti. Secondo l’OMS, si stima che fino a 1,8 milioni di persone siano state colpite dalle piogge torrenziali che hanno colpito diverse città del Paese. La portavoce dell’OMS, Margaret Harris ha affermato che “a memoria d’uomo non si è mai verificata una tempesta come questa nella regione, quindi è un grande shock“.
“Le prime stime locali dicono che gli sfollati interni sarebbero 60mila” dopo le alluvioni che hanno colpito la Libia orientale, ha dichiarato Rula Amin, portavoce dell’Unhcr, ad Al Jazeera. Prima che la tempesta colpisse il Paese, l’area ospitava già più di 46mila sfollati interni a causa del conflitto decennale. “Stiamo inviando tutto il necessario per integrare e aumentare le forniture nell’hub di Bengasi“, ha aggiunto Amin, “le strade sono state danneggiate, le telecomunicazioni a Derna non funzionano, gli ospedali sono in difficoltà, anche i nostri partner locali sono stati colpiti: è una situazione disastrosa“.
I soccorritori hanno trovato migliaia di corpi tra le macerie di Derna, dove le acque alluvionali hanno rotto dighe e spazzato via quartieri. Le autorità temono che il bilancio delle vittime peggiorerà sensibilmente nella nazione resa vulnerabile da anni di disordini e abbandono. Il ciclone Daniel ha causato inondazioni in molte città orientali, ma quella più colpita è stata proprio Derna. Mentre la tempesta si abbatteva sulla costa domenica notte, i residenti hanno riferito di avere sentito forti esplosioni quando le dighe fuori città sono crollate. Le squadre di soccorso hanno lavorato giorno e notte per recuperare tanti corpi sparsi nelle strade e sotto le macerie della città. Alcuni sono stati recuperati dal mare.
La sorprendente devastazione ha messo in luce l’intensità della tempesta, ma anche la vulnerabilità della Libia. Il Paese è diviso da governi rivali, uno a Est, l’altro a Ovest, e il risultato è stato l’abbandono delle infrastrutture in molte aree. Le inondazioni hanno danneggiato o distrutto molte strade di accesso a Derna, ostacolando l’arrivo delle squadre di soccorso internazionali e dell’assistenza umanitaria a decine di migliaia di persone le cui case sono state distrutte o danneggiate. La città si trova a 250 km a Est di Bengasi, dove ieri sono arrivati i primi aiuti internazionali.
Conosciuta per le sue case dipinte di bianco e i giardini di palme, Derna si trova a circa 900 km a Est della capitale Tripoli. Gran parte della città fu costruita dall’Italia quando la Libia era sotto l’occupazione italiana nella prima metà del XX secolo.