Un recente studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet, suggerisce che le persone con Covid non sintomatiche raramente hanno la capacità di infettare gli altri, in quello che è un duro colpo alla narrativa del “diffusore silenzioso” che è stata utilizzata per spingere l’utilizzo universale delle mascherine. Per “trasmissione silenziosa” si intende l’idea che coloro che sono infetti dal Covid ma non mostrano sintomi possono comunque diffondere il virus ad altre persone.
Numerosi studi iniziali – in alcuni casi affetti da limitazioni che potrebbero aver portato a “gonfiare artificialmente” la percentuale di trasmissione presintomatica – hanno suggerito che la trasmissione silenziosa rappresentava circa la metà delle infezioni secondarie, o anche di più. I primi studi hanno portato le autorità sanitarie pubbliche a sostenere che tutti dovrebbero indossare sempre una mascherina quando si trovano in luoghi pubblici o affollati. Ciò, a sua volta, ha contribuito a promuovere politiche draconiane sulle mascherine, anche nelle scuole, nel tentativo di ridurre la diffusione del Covid. Ma la nuova ricerca mette in discussione il significato della minaccia della trasmissione silenziosa.
“Pochissime emissioni” prima della comparsa dei sintomi
Il nuovo studio, pubblicato nel numero di agosto della rivista Microbe di The Lancet, mostra che le persone contagiate dal Covid ma che non mostrano alcun sintomo hanno una capacità limitata di diffondere il virus ad altre persone. I partecipanti allo studio britannico, condotto da ricercatori dell’Imperial College di Londra, erano adulti sani non vaccinati di età compresa tra 18 e 30 anni che erano stati intenzionalmente infettati dal Covid. I soggetti sono stati monitorati in circostanze controllate mentre riferivano autonomamente i sintomi tre volte al giorno e i ricercatori hanno raccolto quotidianamente tamponi di naso e gola, verificando la presenza del virus. I ricercatori hanno testato anche l’interno delle mascherine indossate dai partecipanti, controllato le loro mani ed esaminato l’aria e le superfici delle stanze in cui i soggetti erano rimasti per un minimo di 14 giorni.
Alla fine, i ricercatori hanno scoperto che meno del 10% delle emissioni virali dei partecipanti infetti si sono verificate prima che emergessero i primi sintomi. “Pochissime emissioni si sono verificate prima del primo sintomo segnalato (7%) e quasi nessuna prima del primo test antigenico a flusso laterale positivo (2%)”, hanno scritto gli autori dello studio.
Il nuovo studio, che suggerisce che la trasmissione silenziosa è molto meno significativa, contraddice la ricerca precedente che ha dato il tono a gran parte della narrativa prevalente: sembra che le prime ricerche abbiano gonfiato la minaccia percepita di una diffusione presintomatica.