Limo glaciale dalle dighe, fango su 30km del torrente Anza: “disastro ambientale” ai piedi del Monte Rosa

Le cause della colata di limo lungo il torrente Anza sarebbero la somma "di due episodi sfavorevoli": "danno incalcolabile" al torrente
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Una trentina di chilometri del torrente Anza, che nasce dal ghiacciaio del Belvedere sul Monte Rosa, sono stati oggetti di una “enorme fuoriuscita di limo glaciale” che ha ricoperto “tutto il letto del fiume con migliaia di metri cubi di fango e limo“. Lo riferisce l’associazione Sezione provinciale pescatori del Verbano-Cusio-Ossola, che parla di “disastro ambientale” e di “danno incalcolabile subito dal torrente Anza”. Il tratto interessato va “dall’invaso del Lago delle Fate, in Val Quarazza nel comune di Macugnaga, fino all’invaso Edison di Piedimulera“. Lungo questi 30km di fiume, sono state rinvenute “tante trote morte”, fa sapere l’associazione, che sottolinea la “completa distruzione dell’habitat di fondo“.

Non è più possibile assistere inermi a determinati eventi. Tutti sanno – proseguono i pescatori del VCO – che il progressivo scioglimento del ghiacciaio del Rosa crea un eccessivo trasporto di limo glaciale e tutti vedono che il materiale si deposita presso gli invasi. Quello che invece viene tenuto nascosto, e che 9 volte su 10 succede la notte, è l’apertura delle paratie o dei canali di deflusso che portano tutto a valle, soprattutto limo che tutto distrugge“. Secondo i pescatori, “il materiale che si accumula va annualmente asportato e portato in discariche autorizzate”.

La causa

Le cause della colata di limo lungo il torrente Anza sarebbero la somma “di due episodi sfavorevoli”, afferma Jacopo Fogola, direttore del dipartimento nord-est di Arpa Piemonte, dopo due giorni di sopralluoghi nell’area insieme alla Polizia provinciale. “Sembra che tutto nasca a fine agosto, quando c’è stato il collasso di una parte di ghiacciaio e il conseguente rilascio di detriti morenici – spiega -. Poi, il 21 settembre, c’è stato un episodio di pioggia particolarmente intensa che ha determinato l’innalzamento dei livelli della diga di Quarazza, al Lago delle Fate. Hanno dovuto aprire le valvole di fondo per abbassare il livello, ma durante la fase di chiusura si sono incastrate due piante, quindi non sono più riusciti a chiudere le valvole della diga. Questo ha fatto sì che il materiale limoso abbia continuato a scendere verso valle“. Per stimare i danni ambientali, aggiunge Fogola, “occorrono approfondimenti tecnici, ma è un episodio importante, evidente. Le ricadute e i profili di responsabilità invece sono da valutare. Abbiamo tutti gli elementi, raccogliamo anche le autorizzazioni, le concessioni, le procedure autorizzative, le prescrizioni date e valuteremo”.

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