Nuova spedizione in Antartide per l’italiano Marco Buttu: passerà un anno alla stazione Concordia

Il ricercatore Marco Buttu sarà un membro della spedizione "DC20" sull'Altopiano Antartico: vivrà nella stazione Concordia insieme ad altre 12 persone
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Marco Buttu, ricercatore del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), prenderà parte ad una nuova spedizione presso la stazione Concordia in Antartide. È lo stesso Buttu a comunicarlo con un post sui social. “Sono felice e onorato di rappresentare ancora una volta l’Europa e l’Italia nel luogo più estremo del pianeta, l’Altopiano Antartico, come membro della spedizione “DC20”. L’Altopiano è uno sterminato deserto di ghiaccio affascinante quanto inospitale: la temperatura scende sotto i -80°C, c’è carenza di ossigeno, l’aria è secca, non prolifera alcuna forma di vita (nemmeno virus e batteri), il sole non sorge per tre mesi di fila. La spedizione durerà un anno, che trascorrerò assieme ad altre 12 persone. Vivremo nella stazione di ricerca scientifica Concordia, situata sopra uno strato di ghiaccio spesso 3km”, spiega Buttu nel post.

La base Concordia è l’avamposto umano più remoto al mondo, saremo più isolati degli astronauti a bordo della International Space Station”, scrive Buttu, specificando che “la Stazione Concordia condivide il primato con la base russa di Vostok, distante 560km da Concordia” e che “la distanza media della ISS dalla Terra è di circa 400km, mentre gli esseri umani più vicini a Concordia distano 560km (i russi della base di Vostok)”.

Durante i nove mesi invernali, da febbraio a novembre, saremo irraggiungibili e dovremo far fronte in modo autonomo a ogni tipo di emergenza. Le condizioni di vita e ambientali saranno analoghe a quelle di una missione interplanetaria di lunga durata, l’ESA – European Space Agency ci studierà per capire come il corpo umano si adatti ad un ambiente simil-extraterrestre. La spedizione nella Stazione Concordia non è organizzata dall’Agenzia Spaziale Europea, bensì dal Programma Nazionale di Ricerche in Antartide – PNRA e dell’Institut polaire français Paul-Émile-Victor. Il PNRA è finanziato dal Ministero dell’Università e Ricerca (MUR), gestito dal CNR per la programmazione e il coordinamento scientifico e dall’ENEA per la pianificazione e l’organizzazione logistica. Ringrazio mia moglie per supportarmi in questa nuova avventura, e l’INAF-Osservatorio Astronomico di Cagliari”, conclude Buttu nel suo post.

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