“Faremo immediato ricorso al Consiglio di Stato contro il decreto del Tar di Trento, auspicando che vi sia una revisione“. Lo ha detto, in conferenza, il Presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, in merito alla sospensione dell’ordinanza di abbattimento dell’orsa F36. “In questi ultimi giorni, abbiamo provato a dare seguito all’abbattimento, ma l’esemplare si è mosso in un territorio vasto e impervio, dove non sempre c’era il segnale del radiocollare. Oggi il percorso di abbattimento si sospende e si avvia il percorso di cattura, molto più difficoltoso. Le problematiche che si porranno ora sono legate alla decisione di andare verso la cattura. Per noi l’esemplare è estremamente pericoloso e c’è un problema di sicurezza pubblica”, ha detto Fugatti.
“Siamo in un mondo alla rovescia in cui il comportamento di un animale è giustificato rispetto alle conseguenze sulla vita umana. Noi sull’ordinanza dell’orsa F36 abbiamo applicato la legge del 2018, avvalorata da Ispra. Servono leggi speciali per poter intervenire immediatamente. La sentenza non ci ferma e non ci fa cambiare opinione: la vita di una persona va tutelata rispetto alla vita di un animale”, ha detto Fugatti, precisando come nell’ultima legge di assestamento la procedura prevista è quella dell’abbattimento in casi di pericolosità degli esemplari. “Anche in questo caso non possiamo proseguire nella definizione di quanto vorremo fare sulla base della legge e dei percorsi burocratici previsti in quanto il Tar sospende il percorso. Si pone però un problema di garanzia della sicurezza pubblica, non solo per questo esemplare, ma per tanti orsi che si avvicinano alle comunità di montagna, come segnalatoci più volte dai sindaci”, ha concluso Fugatti. Secondo l’assessore provinciale alle foreste e fauna, Giulia Zanotelli, si pone un problema di “sicurezza e di sopravvivenza delle attività montane”.