Il 9 ottobre 1967 veniva assassinato Che Guevara

Oggi l'anniversario della morte di Ernesto "Che" Guevara: il Comandante è mito, riferimento e oggetto di culto, simbolo di ribellione e icona pop
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Medico argentino, Ernesto Guevara de la Serna detto il ‘Che‘ è una delle grandi figure di questo secolo. Guevara fu membro del Movimento del 26 luglio e dopo il successo della rivoluzione cubana assunse un ruolo nel nuovo governo, secondo per importanza solo a Fidel Castro, suo alleato politico. Dopo aver preso parte all’insurrezione cubana tentò di esportare l’esperienza della rivoluzione e della guerriglia in Bolivia.

Catturato l’8 ottobre 1967, fu assassinato dai soldati del dittatore Barrientos il 9 ottobre 1967. Le sue spoglie, ritrovate nel luglio del 1997, riposano nel mausoleo di Santa Clara a Cuba.

La figura di Guevara ha suscitato grandi passioni sia in suo favore sia contro: dopo la sua morte è divenuto un’icona dei movimenti rivoluzionari di sinistra. La fotografia-ritratto di Che Guevara, chiamata Guerrillero Heroico e opera di Alberto Korda, dopo la sua morte, divenne una delle immagini più famose e riprodotte al mondo.

Che Guevara, da rivoluzionario a leggenda

La morte di ErnestoCheGuevara avvenne mentre tentava di “esportare” la rivoluzione in America Latina: il Comandante è stato mito, riferimento e oggetto di culto per generazioni di giovani, simbolo di ribellione nonché icona pop.

Grazie a una celebre fotografia, cioè il ritratto del cubano Alberto Korda, il suo volto dallo sguardo fiero campeggia ancora oggi e più che mai su bandiere, magliette, poster e souvenir d’ogni tipo.

A Cuba Che Guevara resta un eroe nazionale: ricordato per il suo lavoro volontario, è stato scelto anche come volto delle banconote da tre pesos, ritratto mentre taglia canna da zucchero nei campi. Fu governatore della banca centrale e ministro dell’Industria, nei primi anni del governo di Fidel Castro.

Dopo una spedizione fallita in Congo nel 1965, lasciò l’isola nel 1966, per iniziare una nuova rivoluzione in Bolivia nella speranza di creare “due, tre, molti Vietnam” in America Latina. Poco dopo l’arrivo il gruppo guidato dal guerrigliero perse però i contatti con Cuba, i viveri iniziarono a scarseggiare, lui combatteva con l’asma e tutti con le malattie.
Gli Stati Uniti presto seppero della sua presenza nel Paese. “Non sparate, sono il Che. Valgo più vivo, che morto“, sarebbe l’ultima frase detta ai militari che lo catturarono.

La sua rivoluzione finì a occhi aperti su una vasca di cemento: il 10 ottobre 1967, una ventina di giornalisti e quattro fotografi arrivarono su un aereo militare nel remoto villaggio boliviano di Villagrande. Dovevano essere i testimoni della sua morte, e pochi giorni dopo la fotografia del cadavere del Che divenne pubblica. La stampa mondiale diffuse quell’immagine potente e dal grande significato politico, che mostrava il corpo del rivoluzionario argentino, disteso su una vasca di cemento e circondato da militari.
Il Che venne catturato dai soldati boliviani l’8 ottobre 1967 e il giorno venne fucilato in una scuola. Aveva 39 anni.

Il mausoleo di Santa Clara, a Cuba, con la tomba del rivoluzionario non ha mai smesso di essere una meta per devoti e turisti: Santa Clara ospita i resti dal 1997, quando furono recuperati da una tomba ‘anonima’ in Bolivia.

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