Sono passati 14 anni dall’alluvione che colpì il Messinese: un nubifragio investì la Sicilia nord-orientale, iniziando la sera del 1º ottobre 2009 e proseguendo per tutta la notte fino al mattino del giorno successivo. Il nubifragio provocò lo straripamento dei corsi d’acqua e numerose frane, che hanno a loro volta innescarono lo scivolamento a valle di colate di fango e detriti. I comuni più colpiti furono quelli della zona a sud di Messina, lungo la costa Jonica: località ad elevato rischio idrogeologico e già vittime, in passato, di eventi simili: Scaletta Marina, Giampilieri Superiore, Giampilieri Marina, Altolia, Molino, Santo Stefano di Briga, Briga Superiore e Pezzolo.
Tutto ebbe inizio con l’intensificarsi di una perturbazione proveniente dalle Isole Baleari, che arrivata in Sicilia ha provocato il nubifragio. In meno di tre ore i collegamenti erano già bloccati: strade e ferrovie erano danneggiate e durante la notte iniziarono a crollare edifici di Scaletta Zanclea e Giampilieri Superiore. Quando, il giorno successivo, la luce illuminò Giampilieri e le altre località, le scene erano apocalittiche. Numerose persone rimasero sepolte dal fango, altre si rifugiarono sopra i tetti delle case. Decine di paesi e frazioni rimasero completamente isolate e le comunicazioni erano impossibili. Gli aiuti attivati nell’immediato dalla Protezione Civile giunsero, per diversi giorni, solo via mare, e questo rese le operazioni di salvataggio ancora più difficili. Acqua e fango ricoprirono tutto. In alcune zone si rilevarono 230 mm di pioggia in meno di 4 ore.
Resta il ricordo delle 37 vittime e di quelle ore di terrore ed angoscia. Un territorio finito in ginocchio che oggi è stato in gran parte ricostruito e messo in sicurezza. La procura di Messina avviò un’inchiesta per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose, che fece finire sotto processo 15 persone tra ex amministratori locali, tecnici e ex funzionari. Il processo si è concluso, definitivamente, con l’assoluzione di tutti gli imputati e senza risarcimento per i parenti delle vittime.