Clima, il Prof. Scafetta smonta una critica su un suo studio e mette in guardia dalle campagne di disinformazione

Il Prof. Scafetta risponde ad una critica su un suo studio sui modelli di circolazione globale, occasione anche per parlare del rischio di campagne di disinformazione da parte degli autori dei Commenti e di vari scienziati attivisti
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In uno studio, pubblicato a marzo 2022 sulla prestigiosa rivista Geophysical Research Letters, il climatologo Nicola Scafetta, Professore all’Università Federico II di Napoli, aveva testato i modelli di circolazione globale (GCM) dei CMIP6 (Coupling Model Intercomparison Projects) dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), evidenziando che sono affetti da grandi incertezze e che mostrano un riscaldamento eccessivo non osservato. Dopo che Schmidt et al. hanno scritto una critica riguardo tale studio, il Prof. Scafetta ha realizzato un altro lavoro, pubblicato ancora su Geophysical Research Letters, in cui risponde alla critica.

Schmidt non ha apprezzato il mio articolo e ha affermato che contiene “numerosi errori concettuali e statistici che minano tutte le conclusioni”. Insieme a Gareth Jones e John Kennedy, ha scritto una lettera al comitato editoriale di Geophysical Research Letters chiedendo loro di ritirare il mio articolo. La loro richiesta di ritiro è stata respinta. GRL ha deciso che uno scambio Commento-Risposta fosse più appropriato. La mia risposta dimostra che Schmidt et al. hanno commesso grossolani errori statistici e fisici e che, in ogni caso, le loro critiche non cambiano le conclusioni del mio articolo del 2022”, spiega Scafetta in un commento sulla vicenda che ha pubblicato sul sito Climate Science.

La critica di Schmidt, Jones e Kennedy (SJK) è errata”, sostiene Scafetta nella sua risposta. “La loro valutazione dell’errore della media ERA-T2m 2011-2021 (≈0,10°C) è 5-10 volte sovrastimata e contraddice la letteratura pubblicata. SJK hanno confuso la variabilità naturale con il rumore casuale e hanno scambiato l’errore della media di una cronologia della temperatura con l’errore stocastico del parametro di regressione M di un modello climatico isotermico non fisico”, scrive Scafetta. “Schmidt, Jones e Kennedy hanno valutato l’errore della media della temperatura utilizzando erroneamente la deviazione standard della media invece della formula di propagazione dell’errore. La variabilità interannuale della temperatura è un segnale fisico, non un rumore; l’errore della media ERA5-T2m 2011–2021 non è 0,10°C, ma 0,01-0,02°C”, scrive Scafetta, che evidenzia come le accuse di SJK riguardanti la variabilità interna dei modelli e altre questioni sono state affrontate in altri suoi studi.

“Il commento di Schmidt, Jones e Kennedy è viziato, sia statisticamente che fisicamente. La sua pubblicazione, insieme alla mia risposta, è importante solo perché segnalare tali errori è utile anche a fini didattici”, afferma Scafetta nel commento pubblicato su Climate Science. “Inoltre, per il bene della scienza, qualsiasi forma di manipolazione politica delle riviste dietro le quinte deve essere aborrita. Ciò deve essere fatto principalmente per ragioni etiche, in particolare per evitare che si verifichino casi di campagne di disinformazione scientifica promosse dagli autori dei Commenti e da vari scienziati attivisti”, aggiunge Scafetta.

A questo proposito, il Prof. Scafetta ci segnala che “una versione non pubblicata della critica scritta da Schmidt et al. è stata resa pubblica dagli autori l’anno scorso su RealClimate ed è stata ripresa da Climalteranti.it. Ovviamente il tutto è stato presentato senza la mia risposta ufficiale che è stata per l’appunto pubblicata dal giornale pochi giorni fa. La cosa che ritengo interessante è che nella mia risposta dimostro in lungo e in largo i notevoli errori statistici e fisici fatti da Schmidt et al. che, ovviamente, anche Climalteranti non è stato capace di notare. In generale, questa è una tipica lezione che deve insegnare a sentire sempre le due campane prima di arrivare a conclusioni. E che Climalteranti non è interessato, come RealClimate, nel capire i fatti”.

Una situazione simile coinvolge ancora RealClimate, accusata di condurre una campagna di disinformazione contro tre studi pubblicati dal Center for Environmental Research and Earth Sciences (CERES-Science), in cui si sostiene che “le stime scelte dall’IPCC sui cambiamenti dell’attività solare (“irradianza solare totale”, in breve TSI) rappresentavano solo un piccolo sottoinsieme di quelle utilizzate dalla comunità scientifica. Molte delle stime della TSI che l’IPCC aveva trascurato nella propria analisi suggeriscono che la maggior parte del riscaldamento a partire dal XIX secolo potrebbe essere naturale, soprattutto sulla base dei dati non urbanizzati”. Anche qui, gli autori degli studi in questione hanno pubblicato commenti per dimostrare la validità dei loro lavori e delle conclusioni raggiunte.

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