L’Indian Space Research Organisation (ISRO) ha condotto la 3ª grande parte di test dell’ambizioso sviluppo della missione Gaganyaan per inviare astronauti indiani nello Spazio. Il veicolo di prova monostadio a propulsione liquida (TV-D1) è decollato dal Centro spaziale Satish Dhawan per un breve volo, trasportando un sistema cruciale per la sicurezza degli astronauti indiani: il Crew Escape System.
Il test ha convalidato i motori che verranno utilizzati durante la missione, che include motori per bassa quota, motori per alta quota e motori di lancio che verranno utilizzati per espellere in sicurezza gli astronauti dal veicolo in caso di emergenza. Il capo dell’ISRO ha confermato che la missione è stata completata e che gli obiettivi son stati raggiunti. Il lancio è stato inizialmente interrotto a causa di un’anomalia, che è stata corretta, e la navicella è decollata alle 10 del mattino ora locale.
La sequenza del volo è iniziata con il lancio del TV-D1. Sei secondi dopo l’inizio del volo, è stato attivato il sistema di abilitazione delle “pinne”, seguito dall’attivazione del Crew Escape System Pillbox ad una velocità di 1,25 Mach, ad un’altitudine di 11,8 km. Il motore ad alta energia (HEM) si è quindi attivato, spingendo il veicolo ulteriormente nell’atmosfera.
Quasi 61,1 secondi dopo il lancio, quando il veicolo ha raggiunto Mach 1,21 ad un’altitudine di 11,9 km, il Crew Escape System si è separato dal razzo. Il Crew Module si è separato dal Crew Escape System ad un’altitudine di 16,9 km mentre viaggiava ad una velocità di 550 km/h. Successivamente è stato attivato il paracadute frenante, che ha rallentato la discesa del veicolo.
Cos’è il Crew Escape System
I sistemi di interruzione e di fuga dell’equipaggio, simili ai sedili di espulsione degli aerei da combattimento, rappresentano una misura di salvataggio degli astronauti durante le anomalie del volo spaziale. Tuttavia, nel campo delle missioni con razzi, la precisione è fondamentale.
Questo sistema funziona automaticamente, attivato dal rilevamento computerizzato di malfunzionamenti o problemi subito dopo il decollo, prima della separazione dello stadio del razzo. Pur non essendo un concetto nuovo, si tratta di uno strumento vitale utilizzato dalle agenzie spaziali di tutto il mondo per la protezione degli astronauti che intraprendono viaggi nello Spazio.
La tecnologia garantisce un livello critico di sicurezza, espellendo rapidamente l’equipaggio per ridurre al minimo i potenziali rischi durante le tumultuose prime fasi della risalita.
L’importanza del lancio di prova
Il lancio aveva lo scopo di testare e validare il sistema fondamentale durante la fase iniziale del lancio, in caso di emergenza. Il Crew Escape System avrà il compito di lanciare il Crew Module con gli astronauti seduti al suo interno a una distanza di sicurezza, lontano dal razzo se il computer rileva un problema critico. Il Crew Module si separa ed effettua un ammaraggio, assistito dai paracadute.
Il sistema di fuga trae ispirazione da altri modelli attualmente impiegati sui razzi della NASA e SpaceX che fanno parte dei piani di emergenza quando gli astronauti vengono lanciati nello Spazio.
I dati raccolti dal test favoriranno ulteriormente lo sviluppo del sistema per migliorarlo ulteriormente quando gli astronauti saliranno a bordo della missione Gaganyaan.
I test precedenti
ISRO aveva precedentemente condotto 2 grandi test che hanno portato avanti il processo di sviluppo. Questi includevano il test del razzo LVM-3 che sarà incaricato del lancio della missione Gaganyaan e il test di interruzione del pad del Crew Escape System nel 2018.
Il test di interruzione del pad è durato 259 secondi, durante i quali il Crew Escape System e il Crew Module sono saliti verso il cielo, hanno tracciato un arco sopra il Golfo del Bengala, per poi ridiscendere sulla Terra con paracadute, atterrando a circa 2,9 km da Sriharikota.
L’India ha quindi effettuato un altro passo avanti verso la realizzazione del sogno di inviare il primo indiano nello Spazio dal proprio suolo. L’ISRO prevede di lanciare i primi astronauti indiani, attualmente in fase di addestramento, entro il 2025 e inviarli sulla Luna entro il 2040.