Perdita dalla centrale nucleare di Krško, spento il reattore

Spegnimento a freddo, la centrale non produce elettricità
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Gli operatori della centrale nucleare di Krško, in Slovenia, a circa 120 km da Trieste, hanno localizzato la perdita rilevata giovedì scorso, in seguito alla quale è stata inizialmente ridotta gradualmente la potenza del reattore per poi arrivare allo spegnimento il giorno successivo. Il gestore ha comunicato di avere attivato tutte le procedure del caso, in modo da accertare le cause della perdita e predisporre un piano d’azione. Il procedimento richiederà diverse settimane, poiché il guasto si trova in una conduttura collegata al sistema primario difficile da raggiungere. Sul posto anche rappresentanti dell’Autorità nazionale per la sicurezza nucleare, coadiuvati da esperti internazionali, in quanto “riparare il danno senza eliminare la causa non garantisce la sicurezza nucleare a lungo termine“, si legge nel comunicato dell’Autorità. Lo spegnimento a freddo significa che la centrale non produce elettricità, quindi la temperatura e la pressione nel circuito primario sono significativamente ridotte per garantire di lavorare in sicurezza.

Il ministro Pichetto Fratin rassicuri le popolazioni interessate, se può, dopo il guasto alla centrale nucleare di Krško, in Slovenia, uno dei maggiori rischi per la sicurezza dell’intera Italia settentrionale, dell’Austria meridionale e in particolare della Carinzia, della Slovenia e della Croazia. La centrale doveva essere dismessa in base ad accordi europei poi sospesi per guerra in Ucraina“: è quanto ha chiesto il capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Luana Zanella che ha presentato una interrogazione al Ministro dell’Ambiente. L’interrogazione riguarda “la perdita riscontrata giovedì scorso dovuta, dalle prime informazioni di stampa, ad un guasto della conduttura centrale. La centrale di Krško fin dall’inizio dell’attività, iniziata nel 1983, con cinque anni di ritardo rispetto ai tempi previsti a causa di una serie di problemi tecnici, ha manifestato numerosi inconvenienti. Una commissione internazionale, nominata su pressione di Austria ed Italia per verificare gli standard della centrale, già nel 1993 aveva espresso 74 raccomandazioni sui cambiamenti tecnici e procedurali necessari per adeguare l’impianto alla normativa dell’Unione europea. Inoltre l’impianto è stato costruito in una zona ad alta sismicità: dunque è una continua minaccia, ora vogliamo sapere come stanno le cose dal nostro Governo,” ha concluso Zanella.

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