I pipistrelli dell’Aspromonte: il progetto per la conservazione della biodiversità

Al fine di proteggere i pipistrelli dell’Aspromonte, dal 2017 l'Ente Parco ha avviato un progetto di studio e monitoraggio
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I chirotteri, comunemente chiamati pipistrelli, sono gli unici mammiferi in grado di volare in modo attivo in tutto il regno animale e, nel corso della loro evoluzione, hanno sviluppato caratteristiche tanto uniche quanto straordinarie. Il loro corpo, perfettamente adattato al volo, è estremamente efficiente dal punto di vista energetico e la loro vista o, meglio il loro modo di “vedere il mondo” è praticamente unico. I pipistrelli, infatti, non usano gli occhi per scandagliare e osservare il mondo che li circonda, bensì hanno sviluppato un sistema basato sull’eco-localizzazione. Questi straordinari animali possono letteralmente “leggere” i suoi, siano essi provenienti da fonti esterne o generati da loro stessi. Le onde sonore, infatti, rimbalzano su ogni superficie contro la quale entrano in contatto, per pei tornare indietro. I pipistrelli captano, dunque, tali onde di ritorno e grazie ad esse hanno una perfetta conoscenza di ogni oggetto che li circonda, riuscendo in pratica a volare senza l’ausilio della vista. Abitano gran parte del pianeta, dalla Scozia al Madagascar, e con oltre 1400 specie diverse presentano una biodiversità davvero unica. Posso variare enormemente per proporzioni del corpo, forma dei tratti facciali, dimensione degli occhi, struttura delle orecchie e nelle forme bizzarre delle appendici nasali e dieta. Dai celebri pipistrelli vampiri, a quelli fruttariani africani, finendo per gli insettivori nostrani, questi animali fungono da indicatore della salute ambientale in numerosi ecosistemi.

In Italia, ad esempio, la loro dieta insettivora è particolarmente utile per tenere a bada il numero di insetti spesso dannosi sia per l’agricoltura che per l’uomo. Tuttavia, la loro sopravvivenza è minacciata da diversi fattori di stress ambientali indotti dalle attività umane, tra cui la deforestazione, l’intensificazione agricola, l’inquinamento e l’uso dei pesticidi, il disturbo e la perdita dei rifugi, l’urbanizzazione continua, i cambiamenti climatici.

Al fine di proteggerli, dal 2017 l’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte ha avviato un progetto di studio e monitoraggio della chirotterofauna, in tutto il comprensorio dell’area protetta, per acquisire informazioni in merito allo stato di salute delle popolazioni locali. Il progetto è parte integrante di un’azione di sistema promossa dal Parco Nazionale del Vesuvio, che vede coinvolti 7 parchi nazionali, ed è finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Il protocollo di ricerca ha previsto l’utilizzo di diverse metodologie per lo studio dei chirotteri, tra cui i rilievi bioacustici, utilizzando dei bat-detector, strumenti in grado di captare gli ultrasuoni emessi dai pipistrelli durante le attività notturne e altre tecniche finalizzate all’identificazione delle specie e al prelievo di campioni biologici.

Le indagini in campo effettuate da Pier Paolo De Pasquale (esperto chirotterologo) e coadiuvate da Luca Pelle (Responsabile Ufficio Conservazione e Biodiversità del Parco) hanno permesso di censire ben 23 entità specifiche, il 70% delle specie presenti nel territorio nazionale. Nel Parco ci sono specie molto rare, come il Barbastello e il Vespertilio di Bechstein, che si riproducono nelle foreste mature e vetuste di Faggio e Abete bianco, le quali assumono un ruolo fondamentale per la conservazione anche di altre specie di chirotteri forestali.

Il progetto ha riscosso anche un successo di pubblico, attraverso le bat nights organizzate negli anni e finalizzate alla sensibilizzazione della comunità locale su tematiche inerenti la tutela dei pipistrelli. Va, infatti, demolito il comune pregiudizio che si ha verso questi animali che, lungi dall’essere un pericolo per l’uomo, sono anzi essenziali per la giusta conservazione di molteplici ecosistemi.

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