Almeno 25, sui 30 parametri vitali della Terra, hanno raggiunto record estremi, dalle temperature al di sopra della norma fino alle emissioni di gas serra. È quanto emerge dal rapporto internazionale coordinato da William Ripple e Christopher Wolf, dell’Università Oregon State, pubblicato sulla rivista BioScience e sottoscritto da 15.000 scienziati di 163 Paesi. “Senza azioni che affrontino alla radice il problema dell’umanità che prende dalla Terra più di quanto può dare in sicurezza – ha commentato Wolf – siamo sulla buona strada verso il potenziale collasso dei sistemi naturali e socioeconomici, verso un mondo con un caldo insopportabile, carenza di cibo e di acqua dolce“.
In un contesto di cambiamenti climatici già di per sé preoccupante, il 2023 ha fatto segnare tanti importanti nuovi record che superano i precedenti con enormi margini, in particolare quelli relativi alle temperature oceaniche e al ghiaccio marino. Gli autori sottolineano i 38 giorni in cui si sono registrate temperature globali medie di oltre 1,5°C sopra i livelli preindustriali (fenomeno fino al 2022 ancora piuttosto raro) e anche la straordinaria stagione degli incendi in Canada, che ha prodotto emissioni di anidride carbonica senza precedenti. Già quest’anno gli incendi selvaggi in Canada hanno immesso nell’atmosfera più di 1 gigatone di anidride carbonica, una quantità superiore alle emissioni totali di gas serra del Canada nel 2021, pari a 0,67 gigatoni.
Nello stesso tempo, sottolineano gli autori della ricerca, tra il 2021 e il 2022 sono raddoppiati i sussidi ai combustibili fossili forniti dai governi per abbassare il costo dell’energia, passando da 531 miliardi di dollari a poco più di 1.000 miliardi di dollari.
Il rapporto stima che entro fine secolo tra i 3 ai 6 miliardi di persone potrebbero trovarsi a vivere in condizioni climatiche estreme, fuori dai livelli di vivibilità. Secondo gli autori, sono necessarie politiche che mirino al problema di fondo del superamento delle risorse ecologiche disponibili. Quando la domanda umana di risorse della Terra è eccessiva, il risultato è una serie di crisi ambientali, tra cui il declino della biodiversità. Finché l’uomo continuerà a esercitare una pressione estrema sul pianeta, qualsiasi strategia che si concentri solo sul carbonio o sul clima non farà altro che ridistribuire la pressione, osservano gli autori. “È un dovere morale degli scienziati e delle nostre istituzioni allertare l’umanità di qualsiasi potenziale minaccia esistenziale e mostrare leadership nell’agire“, ha aggiunto Ripple.
Gli autori suggeriscono di passare a un’economia globale che dia priorità al benessere umano e che limiti il consumo eccessivo e le emissioni eccessive da parte dei più abbienti. Le raccomandazioni specifiche includono l’eliminazione graduale dei sussidi ai combustibili fossili, la transizione verso diete a base vegetale, l’aumento degli sforzi per la protezione delle foreste e l’adozione di trattati internazionali per l’eliminazione del carbone e la non proliferazione dei combustibili fossili. Gli scienziati sottolineano che tutte le azioni legate al clima devono essere fondate sull’equità e sulla giustizia sociale, notando che le condizioni meteorologiche estreme e gli altri impatti climatici sono avvertiti in modo sproporzionato dalle persone più povere, che hanno contribuito in misura minore al cambiamento climatico.