Si stanno conducendo sul nostro pianeta le prime sperimentazioni volte a creare infrastrutture come strade e piste di atterraggio per la Luna. In questo contesto, un gruppo di ricercatori dell’Aalen University, con sede in Germania, ha adottato un metodo innovativo utilizzando raggi laser per simulare l’effetto della concentrazione della luce solare tramite lenti. Questo processo mira a trasformare la polvere lunare in una sostanza solida e stratificata.
Questi esperimenti sono stati eseguiti utilizzando una sostanza che simula la polvere lunare sviluppato dall’Agenzia Spaziale Europea, ma i risultati ottenuti e pubblicati su Scientific Reports dimostrano la fattibilità di questa tecnica. La sfida principale legata all’uso della polvere lunare risiede nella sua tendenza a sollevarsi facilmente a causa della bassa gravità, il che potrebbe danneggiare strumenti e veicoli spaziali. Pertanto, la creazione di infrastrutture come strade e piste di atterraggio risulta fondamentale per agevolare i trasporti sulla Luna, in vista della possibile costruzione di una base permanente.
Tuttavia, il trasporto dei materiali necessari per costruire infrastrutture sul nostro satellite sarebbe estremamente costoso. Pertanto, la soluzione ideale sarebbe sfruttare le risorse già presenti sul posto. Con questo obiettivo in mente, i ricercatori guidati da Juan-Carlos Ginés-Palomares hanno impiegato un laser ad anidride carbonica, comunemente utilizzato in campo medico e industriale, per cercare di trasformare la sostanza che simula la polvere lunare in un materiale solido.
Mediante l’uso di raggi laser di diverse intensità e dimensioni, hanno sviluppato un metodo efficace. Utilizzando un raggio laser con un diametro di 45 mm, sono riusciti a creare delle forme geometriche triangolari cave al centro, che possono essere considerate “piastrelle”. Se connesse tra loro, potrebbero costituire una vasta superficie solida, che potrebbe essere utilizzata come base per costruire le infrastrutture.
Per applicare questa tecnica sulla Luna, i ricercatori hanno calcolato che sarebbe necessario trasportare una lente di dimensioni considerevoli, circa 2,37 metri quadrati, che agirebbe come una sorta di lente di ingrandimento per concentrare la luce solare, svolgendo un ruolo simile a quello del raggio laser utilizzato durante le sperimentazioni sulla Terra.