Svelata la struttura interna di Marte, il nucleo potrebbe essere diverso rispetto a quanto ritenuto finora

Nuove domande sull'evoluzione geologica e geofisica del Pianeta Rosso
MeteoWeb

Recenti ricerche pubblicate su Nature propongono una nuova prospettiva sulla struttura interna di Marte, suggerendo che il suo nucleo di ferro liquido potrebbe essere circondato da uno strato completamente fuso di silicati. Questo nuovo quadro contrasta con le precedenti teorie e suggerisce che il nucleo marziano potrebbe essere più compatto e denso di quanto inizialmente ipotizzato.

Nel 2021, il progetto Seismic Experiment for Interior Structure (SEIS) del lander NASA InSight ha effettuato misurazioni che sembravano indicare un nucleo di grandi dimensioni ma a bassa densità, composto principalmente da ferro liquido e tracce di elementi più leggeri, come zolfo, carbonio, ossigeno e idrogeno. Tuttavia, i nuovi risultati suggeriscono che la proporzione di questi elementi leggeri potrebbe essere maggiore di quanto inizialmente calcolato, tenendo conto delle condizioni chimiche all’inizio della storia di formazione di Marte.

Per giungere a queste conclusioni, Amir Khan e i suoi colleghi presso l’ETH Zurich in Svizzera, insieme a Henri Samuel e il team dell’Université Paris Cité in Francia, hanno condotto uno studio basato su simulazioni di primi principi e modelli geofisici. Entrambi i gruppi di ricerca concordano sul fatto che il nucleo di ferro liquido di Marte sia circondato da uno strato di roccia silicatica quasi fusa con uno spessore di circa 150 km. Questo strato era stato precedentemente erroneamente interpretato come la superficie del nucleo. La conseguente riduzione del raggio del nucleo suggerisce una maggiore densità rispetto alle stime precedenti fatte da InSight.

Queste nuove stime sembrano essere in accordo con la composizione chimica conosciuta di Marte, poiché richiedono una quantità minore di elementi leggeri per mantenere un nucleo liquido stabile. Queste scoperte offrono una visione rivista della struttura interna di Marte e suscitano nuove domande sulla sua evoluzione geologica e geofisica.

Condividi