La Protezione Civile è parte integrante della pace, della stabilità e della sicurezza nel mondo Mediterraneo, allineandosi al Processo di Barcellona avviato nel 1995. L’Unione per il Mediterraneo (UpM) è riconosciuta come ente regionale piattaforma per il dialogo euromediterraneo in materia di protezione civile, sottolineando i collegamenti tra il livello politico e quello operativo. Organizzato da UfM Secretariat, il primo incontro della Cop28 nel Padiglione italiano, ha avuto come tema “Rafforzare la governance e la cooperazione euro-mediterranea in termini di protezione civile, concentrandosi sulla prevenzione e gestione dei disastri legati ai cambiamenti climatici“.
Tra i riconoscimenti figura la Piattaforma dell’UpM sul ruolo della Protezione Civile nell’affrontare sfide condivise, puntando sulla prevenzione, sulla risposta all’emergenza e gestione delle crisi. Rapporti del MedECC e dell’IPCC evidenziano il ruolo del cambiamento climatico nell’amplificare i disastri e sottolineano la necessità di un approccio transnazionale e multirischio data la situazione dei confini terrestri e marittimi unici del Mediterraneo.
Eventi recenti, come terremoti, inondazioni e incendi boschivi, sottolineano l’urgenza di sforzi collaborativi per affrontare la sfida in evoluzione legata al clima. In questo incontro ci si è confrontati sugli sforzi in corso nel Mediterraneo del Quadro normativo sulla protezione civile (MFCP) per affrontare le questioni indotte dalle sfide climatiche nel Mediterraneo. Sottolineata l’importanza di un approccio collaborativo e multirischio approccio nella regione grazie ai suoi confini terrestri e marittimi unici, la discussione ha incluso l’importanza di comprendere meglio la prospettiva scientifica, come ha affermato Luca Ferrari, basandosi su informazioni autorevoli e strumenti per intraprendere una solida azione collettiva volta a rafforzare la resilienza climatica e gestione delle catastrofi nel Mediterraneo.
Adattamento e impegno economico
Ha aperto questo interessante incontro Francesco Corvaro, inviato speciale per il cambiamento climatico, nominato dal Ministro degli Affari Esteri. Corvaro, ha introdotto spiegando le finalità dell’incontro e la posizione e l’impegno dell’Italia circa le questioni climatiche. “Siamo arrivati finalmente a questa Cop28 ed è tempo di iniziare, assisteremo a meeting importanti, questo è il primo. Vorrei porre l’attenzione sul tema dell’adattamento che è uno dei principali elementi che collega tutti gli argomenti dell’evento.”
In ciò che concerne il concetto di adattamento, rientra sicuramente l’investimento economico da fare su di esso: “Uno dei principali topic del discorso riguarda il meccanismo finanziario, è probabilmente tempo di iniziare una nuova struttura connessa con la finanza del cambiamento. L’adattamento è l’argomento principale perché sappiamo che qualche volta è difficile trovare soldi per l’adattamento perché è difficile capire che è anche un vero investimento. Quello che vorrei spiegare è questo: è l’ora di cambiare il business plan per l’adattamento, perché è il tempo di introdurre il costo del non fare niente. È importante. In Italia abbiamo alcuni esempi importanti di questo: alcuni in Toscana, in Emilia Romagna. Quindi noi sappiamo che è importante fare qualcosa perché dopo il disastro il costo è estremamente più alto, più alto del prevenire. E prevenire è anche un investimento,” dice Corvaro.
Maggiore impegno per salvaguardare la vita
Successivamente il microfono è passato a Nasser Kamel, Segretario Generale dell’Union pour la Méditerranée, il quale, ha collaborato a stretto contatto con la Protezione Civile, assistendo in prima persona a quello che è il costo, non solo in termini economici, ma soprattutto in termini di perdita di vite umane e di annientamento di quelle vite non perse che si ritrovano a doversi ricostruire da zero, a causa dei danni derivanti dalla crisi climatica. Ha definito questo primo incontro come un “testamento per capire i ruoli di collaborazione, gli insight scientifici e a fare in modo di supportare ogni evento che esiste e ogni iniziativa futura che parla di resilienza per contrastare il cambiamento climatico e le calamità, per i risolvere i disastri naturali“. Nasser si è soffermato molto sul potere della resilienza, che, a suo dire, dovrebbe affiancare l’adattamento e la mitigazione.
Non è rimasto indifferente ai temi umanitari il prof. Corvaro: “Abbiamo anche il problema della perdita della vita umana. Quindi l’adattamento non è solo importante, ma è anche la possibilità di trovare nuove opportunità per nuovi lavori, in Italia probabilmente siamo arrivati al limite per avere la possibilità di usare i fondi climatici italiani e noi sappiamo che il nostro Premier ha detto che noi vogliamo spendere il 27% di questi fondi in Africa anche per l’adattamento: per dare la possibilità di salvare vite umane e per fare qualcosa di concreto“.
IUM Regional Dialogue Platform
È intervenuto, in diretta dalla Francia, Laurent Alfonso, Esperto di Protezione Civile dell’Union pour la Méditerranée, mostrando la sua idea di IUM Regional Dialogue Platform strutturata in cinque principi di un Action Plan da realizzare entro il 2030 che porteranno, secondo le sue previsioni alla realizzazione di una “Mediterranean Framework on Civil Protection“. A questo intervento Francesco Corvaro, ha risposto che “è importante la diplomazia climatica, è il primo step. Per essere pronti per questa nuova sfida è importante sedersi nello stesso tavolo. In Italia abbiamo la protezione civile che fa un grande lavoro, abbiamo avuto anche disastri non connessi al cambiamento climatico, noi abbiamo dei modelli per preservare, ma è necessario pensare insieme come un team per trovare reali soluzioni al problema“.
L’MFCP è fondamentale nel facilitare la collaborazione regionale e combattere le sfide climatiche. Sottolinea la necessità dell’azione collettiva per migliorare la gestione e la preparazione alle catastrofi, dati i confini terrestri e marittimi condivisi.
Proposta, inoltre, l’estensione del meccanismo di protezione civile dell’UE: una risposta cruciale alla crescente intensità e frequenza di disastri legati al clima. Questa estensione è necessaria per coordinare una risposta regionale più efficace, supportata da preziosi dati scientifici prove e servizi di informazione che forniscono dati climatici affidabili e strumenti per guidare risposte efficaci per affrontare queste sfide.