“L’acqua caduta è stata più dell’alluvione del 1966, i pluviometri ce lo dicono, ma basta andare in questi ambienti per rendersi conto che davvero al di là di quello che possono essere stati gli sbagli umani nell’arco dei decenni e dei secoli a costruire anche in zone dove poi ti trovi ad abitare o lavorare su un’altezza che è inferiore a quella del fiume che poi diventa pensile, al di là di questi momenti da 400 anni non c’erano precipitazioni di questo genere“. Lo ha detto a margine di una conferenza stampa in Giunta Eugenio Giani, Presidente della Toscana, sull’alluvione che ha colpito la regione.
“Andando nelle realtà più provate dall’alluvione – spiega Giani – ti rendi conto di quanto sia stata davvero incredibile la mole di acqua che nella notte fra il 2 e il 3 di novembre è caduta sulla parte centrale della Toscana. Ieri ero a Montemurlo, non nella pianura dove sono sempre stato in questi giorni, ma nella collina a 300 metri d’altezza sul livello del mare. Lì non è opera dell’uomo, perché non c’era una casa e le strade che c’erano erano sterrate, ma l’acqua porta via un ponte, cambia totalmente quello che è il corso dell’acqua crea un’ansa pazzesca per la frana che ha suscitato, senza danni alle persone e alle cose perché siamo nella parte alta del torrente Bagnolo, ma ti rendi conto con quale forza e quale entità l’acqua sia caduta quella notte”.
“Oggi abbiamo identificato i 60 Comuni che hanno avuto maggiori danni fra le cinque province di Pisa, Livorno, Firenze, Prato e Pistoia: 60 Comuni per attivare, attraverso il loro sindaco, la ricognizione dei danni sia alle persone che alle imprese, sia ai beni pubblici che hanno subito danni, come scuole, edifici pubblici, gli stessi argini dei torrenti o le strutture idrauliche. Quindi procediamo con una consapevolezza che il territorio è stato investito profondamente. Per ora – sottolinea Giani – c’è la ricognizione su queste cinque province, spero arrivi al più presto anche ciò che io ho richiesto e che almeno all’esterno da parte del Governo è stato detto, ovvero l’ampliamento alle province di Lucca e Massa Carrara”.