“E’ allarme nelle campagne dove le coltivazioni ingannate dall’autunno caldo sono più sensibili al maltempo e al brusco abbassamento delle temperature per l’arrivo della tempesta Ciaran, pilotata da un profondo ciclone nei pressi delle Isole Britanniche che ha raggiunto l`Italia con l’allerta meteo in molte regioni“: è quanto afferma Coldiretti in una nota, sottolineando che il freddo arriva “in un 2023 che si posiziona nel nostro Paese al secondo posto tra gli anni più caldi dal 1800 con una temperatura superiore di 0,82 gradi la media storica da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800“, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr nei primi nove mesi, “con l’anomalia climatica che è stata addirittura di +1,02 gradi al nord. A rischio le colture che per il caldo hanno prolungato la stagione – spiega la Coldiretti – dalle melanzane ai peperoni, dalle zucchine ai cetrioli, mentre sono ancora in corso le raccolte del mais e del riso ed è appena iniziata quella delle olive con il centro nord che ha già perso 1/3 della produzione. Nei frutteti – sottolinea Coldiretti – si teme per mele e pere che sono in piena fase di raccolta e per le produzioni di cachi e kiwi dove una grandinata può devastare il lavoro di un intero anno“.
“Siamo di fronte – continua la Coldiretti – ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo con effetti devastanti. Il risultato – sottolinea Coldiretti – è che il 2023 si classifica come l’anno nero dell’agricoltura italiana con danni che superano i 6 miliardi di euro a causa di nubifragi, tornado, bombe d’acqua, grandinate con esplosioni di maltempo violento intervallato da ondate di calore africano. Si registra quest’anno – spiega Coldiretti – un taglio del 10% della produzione di grano, del 60% per le ciliegie e del 63% delle pere mentre la vendemmia è in calo del 12%“.
“L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – continua la Coldiretti – si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque. Servono – conclude la Coldiretti – investimenti anche grazie al Pnrr per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti“.