Dopo i bronzi, è una statua monumentale, copia in marmo dal greco Prassitele, l’ultima scoperta restituita dagli scavi di San Casciano: un Apollo giovinetto, elegante, impegnato a cacciare una lucertola. Un ritrovamento straordinario, anticipa all’ANSA il responsabile degli scavi Jacopo Tabolli (Unistrasi), che si accompagna a un incredibile donario in pietra con un’iscrizione bilingue oltre a tanti altri oggetti.
Dalla campagna di scavi 2023 di San Casciano dei Bagni, che si è conclusa ad ottobre e che è durata tre anni, emergono nuove e meravigliose scoperte. L’altare è uno dei rarissimi esempi di iscrizione bilingui mai rinvenute, “sono circa una trentina in Etruria“, ma “per la gran parte si tratta di iscrizioni funerarie. In questo caso il donario monumentale ha un carattere pubblico e cita la fonte sacra e calda in etrusco e in latino. Si tratta di un documento straordinario che conferma la convivenza di genti diverse presso il santuario ancora agli inizi del I secolo d.C., con l’esigenza della divinità di essere da tutti compresa“, si spiega. Con la prosecuzione dello scavo poi sono emerse le parti spezzate dell’Apollo. “La statua fu spezzata al momento della chiusura del santuario agli inizi del V secolo d.C. Questo è il tempo infatti in cui tutto il luogo di culto fu chiuso ritualmente, probabilmente per effetto della cristianizzazione diffusa del territorio. Mentre il deposito votivo fu protetto con la deposizione delle grandi colonne di travertino che ornavano il portico del tempio, la statua di culto di Apollo fu spezzata, frammentata e i pezzi quasi sparpagliati e poi coperti dalle massicciate di abbandono del sito“.
E’ di 400 metri quadri l’estensione dello scavo e la profondità in alcuni punti tocca 4 metri. Hanno partecipato oltre cinquanta studenti e studentesse archeologhe e archeologi da università italiane e internazionali, mentre il gruppo di ricerca scientifica è composto da oltre settanta studiosi e studiose.