Aumentare gli sforzi internazionali per ridurre le emissioni, rafforzare la cooperazione scientifica nelle regioni polari e sui ghiacciai, tenere in maggiore considerazione gli effetti dello scioglimento dei ghiacci nei processi decisionali in ambito economico: sono alcuni dei pilastri su cui si basa l’appello di Parigi per i poli e i ghiacciai, il documento conclusivo del vertice internazionale One Planet-Polar Summit, il primo che ha messo a confronto scienziati, politici e organizzazioni internazionali sul tema della difesa della criosfera. Nel documento, che conta già una trentina di firmatari, si promette sostegno all’istituzione di un decennio delle Nazioni Unite dedicato alle scienze polari e glaciologiche che inizierà nel 2025, l’anno Internazionale della conservazione dei ghiacciai.
Si dichiara inoltre supporto a iniziative come l’Ice Memory Project (che mira a raccogliere e preservare le carote di ghiaccio dei ghiacciai a rischio di scomparsa) e si auspica un allargamento del gruppo di alto livello ‘Ambition on Melting Ice’ che riunisce Paesi e organizzazioni a difesa dei ghiacciai di tutto il mondo. L’appello di Parigi lancia infine una grande coalizione di oltre 40 Paesi costieri o con ghiacciai di tutto il mondo con l’obiettivo di lavorare insieme per affrontare l’innalzamento dei mari.
C’è soddisfazione tra i rappresentanti della comunità scientifica riuniti a Parigi per quanto riportato nella dichiarazione finale del One Planet-Polar Summit. Lo racconta all’ANSA Carlo Brabante, direttore dell’Istituto scienze polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche e membro della delegazione dei ricercatori italiani presente all’evento. “Sono stati accolti gli spunti e le riflessioni che gli scienziati hanno portato al meeting”, afferma Brabante. “È stata compresa l’urgenza estrema con cui gli eventi si stanno verificando e di conseguenza la necessità di azioni concrete per rispettare l’accordo di Parigi sul clima siglato nel 2015. Ora la palla è nel campo della politica: abbiamo gli strumenti tecnologici e finanziari per ridurre le emissioni e dobbiamo usarli. Purtroppo l’inerzia del sistema climatico è grande e qualsiasi azione intrapresa oggi non riuscirà a invertire la tendenza dello scioglimento dei ghiacciai almeno per i prossimi 30 anni, ma questo non ci deve scoraggiare“. Quello compiuto al Polar Summit “è un piccolo passo significativo, però adesso servono azioni concrete. Non vorremmo che questo entusiasmo si spegnesse così come è accaduto all’indomani della COP21 di Parigi del 2015: nonostante quell’accordo sul clima – ricorda Brabante – in questi otto anni le concentrazioni di anidride carbonica non sono calate ma sono addirittura aumentate di 20 parti per milione”.
Bernini: “l’Italia adotta la dichiarazione di Parigi”
Anche l’Italia è pronta a fare la sua parte per salvaguardare i poli e i ghiacciai dal cambiamento climatico. Ad annunciarlo il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, nel corso del vertice One Planet Polar Summit. “L’Italia è pronta a collaborare con tutti i Paesi che svolgono attività di ricerca scientifica ai Poli. Dobbiamo riconoscere che la diplomazia scientifica – ha spiegato Bernini – è una necessità pratica e una grande occasione in questo momento di profonde tensioni globali. È attraverso il dialogo, la collaborazione e la condivisione dei dati che possiamo migliorare la nostra conoscenza dei poli. Sembrano aree geograficamente distanti ma in realtà sono più vicine di quanto pensiamo. L’ecosistema gioca un ruolo fondamentale anche per i ‘nostri’ ghiacciai. Stiamo investendo in tecnologie e infrastrutture all’avanguardia per sostenere la ricerca polare, consentendo agli esperti di svolgere le loro attività in modo efficace e sicuro in questi ambienti estremi”.
Con una catena alpina lunga circa 1.300 chilometri l’Italia è da tempo impegnata in progetti di ricerca scientifica rilevanti. Tra questi, in particolare, il Progetto ‘Memoria del Ghiaccio’ che mira a raccogliere e conservare porzioni di ghiacciaio a rischio di scomparsa, salvaguardando così i dati ambientali critici conservati nel ghiaccio stesso. E con le attività della nave oceanografica ‘Laura Bassi’ a supporto delle esplorazioni polari italiane. Nei giorni scorsi è partita la 39esima spedizione italiana in Antartide. La missione è realizzata nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA).
Nel corso della tre giorni di Parigi, l’Italia ha anche annunciato l’adesione alla Dichiarazione Ambition on Melting Ice (Ami): On Sea-level Rise and Mountain Water Resources. La dichiarazione è stata siglata da 20 Paesi fondatori del gruppo di alto livello nel 2022, durante la COP27, in Egitto, con l’obiettivo di mantenere la mobilitazione internazionale per preservare la criosfera globale contrastando l’innalzamento del livello del mare.