Uno studio condotto dall’Earth Observatory della Nanyang Technological University (Ntu) di Singapore ha esaminato l’innalzamento del livello del mare previsto oltre il 2100, prendendo in considerazione le diverse traiettorie delle emissioni globali di anidride carbonica sulla base degli ultimi dati disponibili. Ha stimato che, le regioni costiere basse e le terre bonificate potrebbero subire inondazioni più frequenti ed estese poiché il 30% dell’area terrestre di Singapore si trova a meno di 5 metri sopra il livello medio del mare.
Singapore intende costruire isole artificiali al largo della sua costa orientale per proteggere parte del suo territorio dall’innalzamento del livello del mare causato dai cambiamenti climatici. Gli studi di ingegneria e di impatto ambientale per il progetto denominato Long Island inizieranno nel 2024 e dureranno cinque anni, ha dichiarato il ministro dello Sviluppo nazionale Desmond Lee.
Le nuove aree create potrebbero coprire 800 ettari, dando alla città-stato, densamente popolata, più spazio per abitazioni, parchi e industrie. Singapore, che comprende 63 isole e ha una popolazione di 6,2 milioni di abitanti, si estende su una superficie di 724 km² e ha una delle più alte densità di popolazione al mondo.
Nel 2019, il primo ministro Lee Hsien Loong aveva avvertito che l’innalzamento del livello del mare rappresentava una “seria minaccia” per Singapore. Il lavoro necessario per proteggere la costa potrebbe ammontare, o addirittura superare, i 75 miliardi di dollari nei prossimi 100 anni, ha spiegato Lee.
L’agenzia di pianificazione territoriale di Singapore, l’Urban Redevelopment Authority (URA), ha svolto un’opera di sensibilizzazione del pubblico sul progetto, che potrebbe svilupparsi nell’arco di diversi decenni. Le isole artificiali potrebbero essere costruite al largo della costa per formare una “linea di difesa” contro l’innalzamento del livello del mare, ha dichiarato l’URA sul suo sito web.
Le agenzie governative hanno anche studiato la possibilità di costruire un ‘muro’ marino alto tre metri lungo l’intero lungomare. Ma la sua costruzione comporterebbe “lunghi periodi di interruzione” per gli utenti del parco, mentre le stazioni di pompaggio necessarie occuperebbero l’equivalente di 15 campi da calcio. Per lo scienziato costiero Adam Switzer, sul progetto di Long Island devono essere condotti “diversi studi approfonditi“, tra cui l’esame dell’impatto sulle correnti costiere e sul fondale marino.
“Il potenziale impatto sull’ambiente costruito e naturale dovrà essere esaminato con molta attenzione“, ha dichiarato Switzer, professore presso la Nanyang Technological University di Singapore. L’esperto ha sottolineato che Singapore ha una lunga esperienza in questo campo, citando l’aeroporto di Changi, il distretto finanziario di Marina Bay e il porto di Tuas.
Koh Chan Ghee, professore presso il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università Nazionale di Singapore, ha affermato che dovrebbero essere prese in considerazione anche soluzioni naturali come lo sviluppo di mangrovie, vegetazione marina e barriere coralline.