Scoperte la seconda e quarta galassia più lontane mai osservate, grazie ai dati del telescopio spaziale James Webb della NASA. Lo annuncia un gruppo internazionale di ricercatori guidato dall’Università di Penn State. Questi corpi celesti straordinariamente lontani si trovano nella regione dello spazio conosciuta come il Cluster di Pandora o (Abell 2744) e aprono nuove prospettive sulla formazione delle prime galassie. A differenza di altre galassie confermate a questa distanza, che appaiono come punti rossi nelle immagini, le nuove galassie sono più grandi e hanno una forma simile a una nocciolina e a una palla soffice, secondo i ricercatori. Questa scoperta è stata descritta in un articolo nella rivista ‘Astrophysical Journal Letters’.
La luce proveniente da queste galassie ha viaggiato per miliardi di anni luce prima di raggiungere la Terra, fornendo uno sguardo unico nel passato. Il team di ricerca stima che la luce rilevata da Webb è stata emessa da queste galassie quando l’universo aveva circa 330 milioni di anni, viaggiando per circa 13,4 miliardi di anni luce per raggiungere il telescopio. Tuttavia, a causa dell’espansione dell’universo nel tempo, le galassie sono attualmente più vicine ai 33 miliardi di anni luce dalla Terra.
“La luce di queste galassie è antica, circa tre volte più vecchia della Terra – afferma Joel Leja, Professore assistente di astronomia e astrofisica presso l’Università di Penn State – queste prime galassie sono come fari, con la luce che emerge attraverso il sottile idrogeno che costituiva l’universo primordiale. Solo grazie a questa luce possiamo cominciare a comprendere la fisica esotica che governava la galassia vicino all’alba cosmica”.
Le due galassie scoperte sono notevolmente più grandi delle tre precedentemente individuate a queste distanze estreme. Una di esse è almeno sei volte più grande, estendendosi per circa 2000 anni luce. Questa diversità nelle proprietà delle galassie primordiali è intrigante, considerando che si presume siano formate da materiali simili.
Queste galassie sono state individuate tra 60.000 fonti luminose nel Cluster di Pandora durante uno degli scatti profondi del telescopio Webb nel 2022, il suo primo anno di operazioni scientifiche. Questa regione dello spazio è stata scelta perché si trova dietro diversi ammassi di galassie che creano un effetto di ingrandimento naturale chiamato lente gravitazionale. La gravità combinata di questi ammassi distorce lo spazio intorno ad essi, focalizzando e ingrandendo qualsiasi luce che passi vicino e fornendo una visione ingrandita dietro agli ammassi. In pochi mesi, il team Uncover ha selezionato 700 candidati da 60mila fonti luminose per uno studio più approfondito. Webb ha poi puntato nuovamente su Pandora, registrando gli spettri dei candidati, una sorta di impronta digitale che dettaglia la quantità di luce emessa a ogni lunghezza d’onda.
Il lavoro del team ha dimostrato che Webb, con i suoi potenti strumenti a infrarossi, potrebbe rilevare galassie ancora più distanti, se ne esistono. “Abbiamo avuto una finestra molto piccola su questa regione, e non abbiamo osservato nulla oltre queste due galassie, nonostante le capacità del telescopio spaziale James Webb – commenta Leja – ciò potrebbe significare che le galassie semplicemente non si sono formate prima di quel periodo e che non troveremo nulla più lontano. Oppure potrebbe significare che non siamo stati abbastanza fortunati con la nostra piccola finestra“. L’avvento del telescopio spaziale James Webb offre un nuovo capitolo emozionante nella ricerca spaziale e apre nuove prospettive sulla comprensione delle origini e dell’evoluzione dell’universo.