Città italiane monitorate per le isole di calore da gennaio 2024 grazie a Iride

L'annuncio nell'ultima giornata del New Space Economy European Expoforum: i temi trattati durante l’evento
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Importante annuncio nella giornata conclusiva del New Space Economy European Expoforum, l’evento di riferimento nel settore dell’economia spaziale organizzato a Roma dal 5 al 7 dicembre. Da gennaio 2024, infatti, in 34 città italiane, verranno monitorate costantemente le isole di calore, quel fenomeno che produce un microclima più caldo all’interno delle aree urbane. Tale analisi sarà preziosa per le amministrazioni locali, soprattutto con l’obiettivo di individuare le aree prioritarie dove mettere a dimora nuovi alberi e creare nuove aree verdi. Sarà possibile grazie a Iride, tra i più importanti programmi spaziali satellitari europei di Osservazione della Terra, promosso dal Governo italiano, finanziato con il PNRR e realizzato con il supporto dell’Agenzia Spaziale Europea e l’Agenzia Spaziale Italiana.

L’ultima giornata del New Space Economy European Expoforum ha visto al centro anche il tema della strategia nazionale nell’ambito della ‘Space Economy‘. È emersa la necessità di ampliare quella che oggi è la governance politica e nazionale dello spazio per adeguarla alle sfide globali europee e internazionali, e si è discusso di quello che è un vero e proprio cambiamento d’epoca nelle attività spaziali, che vedono i satelliti e i lanciatori come strumenti di guerra economica e militare così come di supremazia terrestre, in un ambito di confronto tra nazioni, stati ma anche aziende private.

L’economia dello spazio, infatti, ricopre ormai un ruolo di primo piano: si prevede che, a livello mondiale, il valore delle attività legate alla New Space Economy arriverà a 1.000 miliardi di dollari entro fine decennio. In Italia, il comparto conta più di 300 imprese, un’occupazione intorno alle 8.000 persone e un fatturato vicino ai 2 miliardi. Nel contesto internazionale, l’Italia si colloca a livello europeo come terzo Paese, dopo Francia e Germania, grazie agli investimenti governativi fatti finora.

Si chiude il New Space Economy European Expoforum

Durante le tre giornate di NSE 2023, il tema “There is no Space B” è stato al centro dell’intenso programma e dell’area espositiva dove hanno trovato spazio le realtà del settore, dalle agenzie spaziali alle PMI, dalle associazioni industriali fino alle start-up. Quaranta i panel di approfondimento, che hanno coinvolto più di duecento relatori internazionali. Oltre duecento gli appuntamenti dell’agenda business, che hanno consentito alle aziende di entrare in contatto con investitori, buyer e il sistema delle reti messe a disposizione dagli attori che concorrono al progetto Entrerprise European Network. Particolarmente rappresentati i Paesi emergenti del Continente africano e il Nord Europa.

Durante il New Space Economy European Expoforum, il confronto che si è innescato tra i players nei vari settori ha mostrato, una volta di più, risultati, potenzialità e urgenze legate alla new space economy. Il tema generale della conferenza ha declinato la necessità di ragionare in termini di sostenibilità dello spazio, come risorsa da preservare per tutta l’umanità. Infatti, lo spazio che nell’immaginario collettivo è considerato infinito, in realtà è al momento una risorsa limitata. L’irrompere delle macrocostellazioni ha fatto emergere l’urgenza della sua tutela. A questo si aggiungono le questioni di geopolitica, che potrebbero essere un fattore limitante per lo sviluppo e la sicurezza delle applicazioni spaziali. Si è quindi parlato della necessità di una normativa in tema spaziale, di difesa e di cybersicurezza.

Un argomento sul quale ci è confrontati è stata la necessità di educare e formare competenze adeguate ai compiti che la new space economy richiede, e che per l’ampliarsi del range di attività sono sempre più numerosi. Si è inoltre parlato dell’impatto dello spazio nella cultura, grazie alle esperienze di esperti e personalità. Oggetto di confronto è stato il tema, sempre più attuale, dell’accesso allo spazio e della competitività commerciale. Più volte richiamato, durante i panel, il ruolo degli investitori: nel settore si manifesta un incremento dei fondi privati, che segnala un primo tentativo di superare la limitata propensione al rischio che caratterizza tradizionalmente il contesto italiano. Altro tema affrontato durante NSE, le caratteristiche e le differenze della space economy in Europa e negli Stati Uniti.

Successivamente lo sguardo si è spostato verso l’esplorazione spaziale, con particolare riguardo alla Luna e alle opportunità che da questa possono scaturire: un esempio è il programma Lunar Access della statunitense Intuitives Machines, che porterà sulla Luna payloads sia della NASA che commerciali, e le attività della italiana Evolunar. Presentato anche uno studio dello Space Economy Evolution Lab di SDA Bocconi sulla fattibilità economica di creare ”stazioni di rifornimento” nello spazio dove rendere disponibile propellente ricavato dal ghiaccio estratto sulla Luna.

L’osservazione della Terra, con i suoi profili di forte concretezza legati all’avviamento dell’utilizzo operativo dei servizi applicativi, è stata oggetto di dibattito per il suo potenziale sia a favore dell’amministrazione centrale che per le realtà locali. Il programma IRIDE, finanziato dal PNRR, sta infatti lavorando non solo alla costruzione e messa in orbita di nuove costellazioni di satelliti, ma anche al coinvolgimento effettivo dei possibili utilizzatori nell’ambito pubblico, con servizi precursori nell’ambito del monitoraggio.

Approfondimenti all’edizione 2023 del New Space Economy European Expoforum sono stati dedicati allo ”space weather”, il meteo spaziale e le sue conseguenze sulle infrastrutture e i servizi spaziali, e alle prospettive legate al ”quantum computing” e il suo contributo alla sicurezza. Grande attenzione anche verso l’America Latina, per il ruolo che l’Italia può rivestire come ponte verso l’Europa. Nel panel conclusivo, dove si è parlato di elementi di visione della strategia nazionale, è emersa la necessità di ampliare quella che oggi è la governance politica e nazionale dello spazio per adeguarla alle sfide globali europee e internazionali, di quello che è un vero e proprio cambiamento d’epoca nelle attività spaziali e che vedono i satelliti e i lanciatori strumenti di guerra economica, strumenti di guerra militare e strumenti di supremazia terrestre, in un ambito di confronto tra nazioni, stati ma anche di corporation private.

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