“L’anno più caldo di sempre è stata accompagnato fino ad ora in Italia da una media di oltre 9 eventi estremi al giorno lungo la Penisola, tra grandinate, trombe d’aria, bombe d’acqua, ondate di calore e tempeste di vento“: è quanto afferma Coldiretti sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) in riferimento ai dati del Copernicus Climate Change Service dell’Unione Europea, secondo i quali il 2023 sarà l’anno più caldo spinto da un mese di novembre che ha fatto segnare il record con un temperatura di 0.85°C superiore la media del periodo 1991-2020.
“A livello globale – sottolinea la Coldiretti – ogni mese dell’anno a partire da giugno 2023 è risultato il più caldo mai registrato e fino ad ora più di 1/3 dei giorni dell’anno hanno fatto segnare una temperatura superiore di 1,5 gradi il livello preindustriale al centro della 28a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 28) di Dubai“.
“Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con l’aumento delle temperature che è accompagnato in Italia da una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo. Il cambiamento climatico ha pesanti effetti anche sull’attività economiche a partire dall’agricoltura che in Italia ha fatto registrare nel 2023 una annata nera con danni che, tra coltivazioni e infrastrutture, superano i 6 miliardi a causa dei cambiamenti climatici con un taglio del 20% della produzione di vino mentre il calo per la frutta arriva al 30% per le pesche e al 63% per le pere ma ad essere praticamente dimezzato è anche il raccolto di miele con le api che sono vere e proprie sentinelle dello stato di salute dell’ambiente“.
“L’anno in corso – continua la Coldiretti – è stato infatti segnato in Italia prima da una grave siccità che ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti che si sono alternati al caldo torrido al quale ha fatto seguito un autunno mite ma con violenti nubifragi che hanno devastato città e campagne“.
“Il 2023 si classifica fino ad ora in Italia al secondo posto tra gli anni più caldi dal 1800 con una temperatura superiore di 1,05 gradi la media storica da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800“, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Isac Cnr nel primi dieci mesi. “Una tendenza – conclude la Coldiretti – che conferma la tendenza al surriscaldamento anche a livello nazionale dove la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende fino ad ora nell’ordine” secondo l’analisi della Coldiretti il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020.
“L’agricoltura italiana è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli,” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio“. “Un obiettivo che – continua Prandini – richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm alla quale la Commissione Europea, anche grazie al nostro pressing, sta finalmente aprendo le porte. Servono – conclude Prandini – investimenti per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque con un sistema diffuso di piccoli invasi che possano raccogliere l’acqua in eccesso per poi distribuirla nel momento del bisogno“.