In vista della conclusione a Dubai della COP28, la Conferenza internazionale sul clima delle Nazioni Unite che terminerà domani, le Nazioni Unite stesse invitano a un’immediata accelerazione. Simon Stiell, capo dell’agenzia dell’Onu per il clima, ha esortato tutti i Paesi presenti a evitare blocchi tattici inutili, sottolineando che “non abbiamo un minuto da perdere“. Le discussioni si concentrano su 2 questioni fondamentali: la riduzione delle emissioni di gas serra e il supporto per la transizione dei Paesi meno sviluppati.
In sostanza, occorre trovare un compromesso sull’eliminazione graduale o almeno sulla riduzione dell’uso dei combustibili fossili, assicurando al contempo finanziamenti adeguati per i Paesi più poveri. Stiell ha sottolineato che queste 2 questioni sono strettamente interconnesse e che qualsiasi passo indietro dalla massima ambizione avrà un costo elevato in termini di vite umane.
Nell’atmosfera febbrile dei negoziati alla vigilia della conclusione della conferenza, diversi eventi pubblici annunciati sono stati cancellati all’ultimo minuto. Si attende una nuova bozza di accordo questa mattina, che darà il via a una fase intensa di negoziati, potenzialmente con notti insonni per migliaia di delegati e osservatori. Il presidente emiratino della Cop28, Sultan Al Jaber, ha promesso un accordo “storico” il 12 dicembre, anniversario dell’accordo di Parigi, con l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a +1,5°C.
Tuttavia, la situazione è complessa, con alcuni Paesi, tra cui l’Arabia Saudita e l’Iraq, che resistono all’abbandono o alla riduzione dei combustibili fossili. Nonostante ciò, c’è una sensazione condivisa tra ONG e negoziatori che un accordo storico possa essere vicino, segnando un momento cruciale nella transizione da petrolio, gas e carbone, i principali responsabili del riscaldamento climatico, alla ricerca di soluzioni più sostenibili per il futuro.