L‘intelligenza artificiale (IA) sta rapidamente guadagnando terreno nelle aziende globali, ma quanto sono preparate le aziende italiane ad abbracciare questa trasformazione tecnologica? Una risposta esaustiva emerge attraverso il dettagliato quadro fornito dal Cisco AI Readiness Index. Questo strumento, fondamentale per valutare la preparazione delle aziende nei confronti dell’IA, si basa su un sondaggio condotto in modo anonimo da un ente terzo indipendente. Coinvolgendo dirigenti aziendali e specialisti IT provenienti da vari settori privati in 30 mercati diversi, con un particolare focus sulle aziende con almeno 500 dipendenti, l’indice offre una panoramica completa. I risultati ottenuti svelano non solo il grado di consapevolezza delle imprese italiane riguardo ai benefici dell’IA ma anche la presenza di strategie specifiche, la disponibilità di risorse e partnership con fornitori tecnologici avanzati.
Le sei aree chiave valutate sono:
- Strategia: Come l’azienda ha definito e pianificato l’implementazione dell’IA all’interno della propria struttura.
- Infrastruttura: La preparazione dell’azienda in termini di infrastruttura tecnologica per supportare l’IA.
- Dati: La gestione e l’accessibilità dei dati necessari per l’implementazione dell’IA.
- Talento: La presenza e la qualità delle risorse umane specializzate in intelligenza artificiale all’interno dell’organizzazione.
- Governance: Come l’azienda gestisce, monitora e controlla l’utilizzo dell’IA per garantire conformità e sicurezza.
- Cultura: Il livello di accettazione e integrazione dell’IA nella cultura aziendale.
Le aziende sono state analizzate in base a 49 metriche distinte per ciascuno di questi sei pilastri, ottenendo così un punteggio di preparazione per ciascun aspetto e un punteggio complessivo di preparazione per l’intera organizzazione. In base a questi punteggi complessivi, le aziende sono state categorizzate in quattro gruppi: Pacesetters (completamente pronti), Chasers (moderatamente pronti), Followers (limitatamente pronti) e Laggards (non pronti).
Questo approccio fornisce un quadro completo della preparazione di un’organizzazione nei confronti dell’IA, consentendo a Cisco e alle aziende partecipanti di identificare le aree di forza e di debolezza e di adottare strategie mirate per migliorare la loro posizione nell’implementazione dell’intelligenza artificiale.
In base ai risultati ottenuti dal Cisco AI Readiness Index per le aziende italiane, emerge un quadro interessante della preparazione nei confronti dell’intelligenza artificiale (IA). Solo un limitato 8% delle aziende si considera completamente pronto per adottare e implementare l’IA, mentre il 3% si dichiara del tutto impreparato. La maggioranza, pari al 63% degli intervistati, rientra nella categoria dei “Followers”, indicando un livello di preparazione limitato, ma con un certo interesse per le IA. Un ulteriore 26% si sta concentrando sull’IA, sebbene non sia completamente pronto.
Il Cisco AI Readiness Index mette in luce alcune lacune significative, soprattutto in termini di infrastrutture e aree chiave per il business, che potrebbero rappresentare rischi futuri. L’adozione graduale dell’IA negli anni ha subito influenze dall’emergere dell’IA generativa e dalla sua crescente accessibilità al pubblico, portando a nuove sfide, cambiamenti e opportunità.
Tuttavia, vi è un lato positivo: un terzo delle aziende è classificato come “pacesetter“, indicando una completa preparazione. Ciò suggerisce che executive e leader IT stanno prestando particolare attenzione all’adozione dell’IA. Un dato incoraggiante è che il 95% delle aziende ha rilevato un aumento dell’urgenza nell’implementare tecnologie basate sull’IA negli ultimi 6 mesi, con particolare attenzione alle aree dell’infrastruttura IT e della cybersecurity.
In dettaglio, le aziende italiane mostrano una buona predisposizione nei confronti dell’intelligenza artificiale (IA). Il 73% si dichiara pronto o quasi pronto, e ben il 92% afferma di avere o essere in fase di sviluppo di una strategia IA ben definita, indicando un segno positivo, sebbene con spazio per ulteriori miglioramenti.
L’area più critica è quella dei dati, fondamentale per sfruttare operativamente le IA. Il 27% delle aziende italiane è completamente impreparato, contro il 17% a livello globale. L’82% indica come principale sfida la non integrazione o frammentazione dei dati aziendali, rappresentando un ostacolo significativo all’utilizzo completo delle applicazioni basate sull’IA.
Riguardo alle competenze per l’IA, emerge un rischio di digital divide. Sebbene i consigli di amministrazione e il top management siano aperti al cambiamento portato dalle IA (rispettivamente l’85% e il 78%), c’è una sfida nell’coinvolgere il management intermedio e i dipendenti, con il 25% e il 33% che mostrano scarsa o nessuna ricettività. Nonostante il 94% delle aziende italiane dichiari di investire nella riqualificazione dei dipendenti, il 27% dubita della disponibilità di personale adeguatamente qualificato.
Anche la governance delle IA è ancora in fase embrionale, con il 77% delle aziende italiane che ammette l’assenza di policy specifiche. È fondamentale affrontare questioni come privacy, sovranità dei dati, rispetto delle normative e temi come bias, equità e trasparenza per gestire i rischi legati alla fiducia nel mercato e nella tecnologia.
Sotto il profilo culturale, nonostante una preparazione limitata, c’è una forte motivazione da parte delle aziende italiane a rendere le IA una priorità. Solo il 7% si definisce “pacesetter” (completamente pronto), ma l’80% delle organizzazioni sta valutando l’integrazione dell’IA con un senso di urgenza da moderato ad alto, mentre solo l’1% si oppone completamente a tale cambiamento.