Il mondo della robotica e della paleontologia si sono fusi in un affascinante incrocio, portando alla creazione del robot bipede chiamato Raptor. Sviluppato dal Korea Advanced Institute of Science and Technology (KAIST), il Raptor ha recentemente catturato l’attenzione del pubblico grazie alla sua straordinaria velocità di 46 chilometri all’ora, superando persino il record di Usain Bolt, l’atleta umano più veloce del mondo. Questo articolo esplorerà il design e le caratteristiche uniche del Raptor, confrontandolo con le scoperte recenti sui dinosauri velocisti, dimostrando come la tecnologia moderna e la ricerca paleontologica si intreccino in un affascinante viaggio nel tempo.
Raptor supera Bolt
Il Raptor è un esempio straordinario di come la natura possa ispirare l’innovazione tecnologica. Progettato prendendo spunto dal velociraptor, il Raptor è un robot bipede dotato di piedi flessibili realizzati in composito di fibra di carbonio ed epoxy. Ogni arto presenta un tendine d’Achille robotico per agire come ammortizzatore e un motore per controllare la velocità. La sua struttura leggera e bilanciata ha consentito al Raptor di raggiungere una velocità eccezionale di 46 chilometri all’ora, superando perfino il famoso sprinter umano Usain Bolt.
Tendini d’Achille robotici e “coda” contrappesata
Per mantenere l’equilibrio durante la corsa, il Raptor è dotato di un elemento insolito: una “coda” contrappesata. Sebbene non assomigli alla coda di un velociraptor, svolge una funzione simile, garantendo stabilità durante la corsa. I piedi flessibili, i tendini d’Achille robotici e la coda contrappesata sono elementi chiave che hanno contribuito alla straordinaria velocità del Raptor.
Tuttavia, è importante notare che, al momento, il Raptor ha raggiunto la sua massima velocità solo quando è ancorato a una rotaia per il supporto e collegato a una fonte di alimentazione. A differenza di altri robot bipedi che hanno dimostrato di correre senza bisogno di supporto esterno, il Raptor rappresenta comunque un passo significativo nell’avanzamento della robotica ispirata alla natura.
Nel panorama dei robot veloci, il Raptor ha fatto parlare di sé, ma non è l’unico protagonista. Nel 2022, il robot ispirato agli struzzi Cassie ha stabilito il record di velocità terrestre per i robot, coprendo 100 metri in soli 24,73 secondi. Questo dimostra che la competizione per la supremazia della velocità tra i robot bipedi è sempre in corso, spingendo gli sviluppatori a superare i limiti della tecnologia.
I dinosauri velocisti
Parallelamente alle gesta del Raptor, nuove scoperte paleontologiche hanno rivelato che alcuni dinosauri potevano correre a velocità sorprendenti. Tracce fossili recentemente scoperte nella regione di La Rioja, nel nord della Spagna, mostrano che i dinosauri responsabili di queste impronte potevano raggiungere una velocità massima di 45 chilometri all’ora.
Le nuove tracce fossili, provenienti da teropodi, gruppo che include anche il temibile T-Rex, offrono uno sguardo affascinante sulla vita di questi dinosauri carnivori. Misurando 30 centimetri di lunghezza, le impronte testimoniano una velocità che variava tra 31,7 – 44,6 km/h, una delle più alte mai stimate per i dinosauri. Si ipotizza che gli artefici di queste orme potessero essere spinosauri, dinosauri di dimensioni considerevoli, lunghi 4-5 metri e alti 2 metri, con un peso di circa 200-300 kg.
Il confronto tra il Raptor e i dinosauri velocisti rivela un’affascinante connessione tra il mondo antico e quello moderno. Mentre il Raptor sfida i limiti della robotica ispirata alla natura, le tracce fossili di La Rioja ci portano indietro nel tempo, rivelando che la corsa veloce non è una prerogativa esclusiva degli esseri umani. Sia nella robotica che nella paleontologia, la velocità emerge come un elemento essenziale per la sopravvivenza e la caccia, un filo conduttore che collega le epoche in un intreccio straordinario di scienza e tecnologia.