500mila tonnellate di cibo finiranno nella spazzatura durante le festività natalizie, con uno spreco che, a causa dei pesanti rincari dei prezzi nel settore alimentare, potrà raggiungere in alcuni casi anche 80 euro a famiglia. Lo denuncia oggi Assoutenti, che segnala tutti gli incrementi dei listini al dettaglio che interesseranno pranzi e cene di Natale. “Tra i generi alimentari più sprecati a Natale compaiono, oltre a prodotti freschi quali frutta e verdura, anche pasta, pesce, panettoni, torroni, bibite e spumante – afferma il presidente Gabriele Melluso – Un malcostume che rischia di costare non poco alle famiglie, considerati i pesanti rialzi dei prezzi che interessano il settore alimentare”.
Utilizzare l’olio d’oliva per cucinare e condire i piatti costa oggi in media il 49,8% in più rispetto allo scorso anno – analizza Assoutenti – Per un risotto costa, considerando solo per la materia prima “riso”, si spende l’8% in più, mentre la carne suina rincara del 5,2%. I frutti di mare salgono del +8,9%, +4,5% il pane. La frutta fresca aumenta del 10,4% con punte del +18,4% per le pere e del +21,7% per la frutta con nocciolo; la verdura segna un +7,6% rispetto allo scorso Natale con punte del +10,5% per l’insalata, +18,7% le patate. Sarà più costoso anche mettere bevande a tavola: per quelle gassate si spende il 10,5% in più, +5,7% per l’acqua minerale.