“Non esiste uno Spazio B” è il motto che ha guidato molte delle iniziative in programma nella prima giornata del New Space Economy European Expoforum, l’evento di riferimento del settore dell’economia spaziale che si è aperto oggi a Roma. Così come la Terra, lo spazio non è una risorsa infinita: le megacostellazioni spaziali, come Starlink di SpaceX, stanno provocando danni e per questo servono subito nuovi regolamenti guidati dalla sostenibilità. “Stiamo capendo che anche lo spazio, così come lo è il nostro pianeta, è una risorsa limitata, che dobbiamo trattare con parsimonia e preservare per le future generazioni”, ha detto Sara Lucatello, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e vicepresidente della Società Astronomica Europea, ospite dell’evento.
Lo spazio finora è stato inteso come una sorta di sinonimo di infinito, ma della vastità del cosmo la porzione davvero utilizzabile è una piccolissima zona attorno al nostro pianeta, che si sta rapidamente popolando di satelliti, soprattutto a causa delle megacostellazioni di migliaia di oggetti che vengono ormai lanciati a ritmo quasi giornaliero. Ad oggi, i pericoli concreti che arrivano da questa gestione poco regolamentata riguardano due aspetti: le osservazioni scientifiche, sempre più difficile a causa delle interferenze dei satelliti in orbita, e l’inquinamento ambientale.
“Come comunità scientifica – ha detto Lucatello – chiediamo di essere considerati come stakeholder, azionisti, nelle fasi di progettazione e di autorizzazione dei programmi satellitari perché le megacostellazioni stanno creando grossi problemi al mondo scientifico“. I continui passaggi delle migliaia di satelliti possono infatti ‘bruciare’ le osservazioni e/o falsare i dati. “Abbiamo attenuto alcuni importanti successi, soprattutto in ambito europeo, ma sarebbe auspicabile che anche il governo americano prendesse una posizione a tutela del mondo scientifico”.
C’è poi il problema ambientale dovuto ai satelliti che a fine vita bruciano negli strati alti dell’atmosfera: “anni fa erano una decina l’anno, ora è il numero è altissimo e destinato a crescere”, ha rilevato Lucatello. “Davvero non sappiamo che effetti potrà avere sulla salute e sull’ambiente un’alta concentrazione di metalli come alluminio nell’atmosfera. È importante sin da ora – ha concluso – pensare a materiali sostenibili. Leggi fatte bene non uccidono l’innovazione, forse la rallentano ma stimolano l’ingegno e portano a soluzioni alternative con benefici per tutti”.