Ponte sullo Stretto, ingegneri: “si può fare ma studio accurato di terremoti e venti”

La realizzazione del Ponte sullo Stretto “comporterà un salto di scala di più del 60% rispetto al ponte attuale più lungo”
MeteoWeb

La resistenza ai fenomeni sismici e all’azione del vento sono le due più grandi sfide per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, per cui “pensiamo che ci debba essere uno studio accurato di tutti questi effetti”. Lo ha affermato Paolo Spinelli, Presidente del Collegio degli Ingegneri della Toscana, aprendo oggi a Firenze il convegno ‘Aspetti tecnici sul ponte sullo stretto di Messina’, patrocinato dal Consiglio nazionale degli Ingegneri. “Si fa un salto di scala di più del 60% rispetto al ponte attuale più lungo – ha aggiunto -, quindi si va su una dimensione che non è mai stata realizzata”.

Secondo gli ingegneri riuniti a Firenze, il Ponte sullo Stretto di Messina presenta delle novità, in particolare sulla parte del disegno della sua sezione, essenzialmente dovute alla forma aerodinamica, studiata in galleria del vento per ridurre proprio l’impatto possibile del vento verso il ponte, la cui campata centrale sarà lunga circa 3.300 metri. Il fatto che il ponte si muova, per effetto del vento e dei fenomeni sismici, dovrà essere contrastato per quanto possibile, e comunque conosciuto, soprattutto per assicurare la percorribilità ferroviaria. “L’evoluzione dei materiali e delle tecniche costruttive, l’apertura di orizzonti di conoscenza sull’ingegneria del vento, sulla dinamica delle strutture, sull’ingegneria sismica, sull’ingegneria dei materiali, rendono oggi possibile la realizzazione di questa opera”, sostiene Spinelli facendo una sintesi dei lavori, secondo cui però “tutte le azioni che possono intervenire sul ponte, da quelle sismiche a quelle del vento, causa la scala sono ovviamente diverse, e andranno affrontate con molta accuratezza”.

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