Nel giorno del 100° anniversario della morte del suo creatore, l’ingegnere e imprenditore Gustave Eiffel morto a Parigi il 27 dicembre 1923, la Tour Eiffel rimane chiusa al pubblico. A provocare la chiusura, spiega la società che gestisce il monumento simbolo della capitale francese, è lo sciopero indetto da “una categoria del personale” che rende impossibile l’accoglienza dei visitatori ai diversi piani della torre. “L’accesso al piazzale rimane aperto e gratuito“, precisa la società Sete sul suo sito, consigliando comunque ai visitatori di effettuare una prenotazione online. In un comunicato del sindacato Cgt, si spiega è stato deciso lo sciopero proprio in questa giornata “per denunciare la gestione attuale che conduce direttamente la Sete contro un muro“.
Cent’anni dall’Addio al papà Eiffel
Oggi ricorre il centenario della morte di uno dei più celebri ingegneri al mondo, il francese Gustave Eiffel, deceduto a Parigi all’età di 91 anni il 27 dicembre 1923. Se è passato alla storia per la sua iconica Torre Eiffel, simbolo di Parigi e della Francia, uno dei monumenti più visitati in assoluto, ha lasciato in eredità in 30 Paesi oltre 500 edifici e infrastrutture tra i più innovativi, sicuramente meno noti della signora di ferro della Ville Lumière. Ingegnere fuori dal comune, scienziato blasonato, ancora oggi Eiffel viene ricordato, non solo in Francia, come il geniale ideatore di un vasto patrimonio architettonico costituito da centinaia di opere su tutti i continenti – torri, ponti, fari, stazioni – oltre ad invenzioni nei settori della meteorologia e dell’aerodinamica. Per tutti questi motivi, i discendenti del capitano dell’industria, startupper prima del tempo, hanno presentato formale richiesta per il trasferimento delle sue spoglie al Pantheon.
Chi era Gustave Eiffel
Alexandre Gustave Bonickhausen, noto come Gustave Eiffel, nacque il 15 dicembre 1832 a Digione, in una famiglia agiata. Suo padre, Alexandre Bonickhausen, discendente di un tedesco di Marmagen stabilitosi a Parigi, era un ufficiale, mentre sua madre, Catherine-Mélanie Moneuse, era una donna d’affari nel commercio del legno e del carbone.
Gustave trascorse parte della sua infanzia affidato alle cure della nonna, ma mantenne un legame stretto con sua madre fino alla sua morte nel 1878. Ricevette una solida formazione scientifica al Lycée Royal di Digione, dove si distinse negli ultimi due anni, conseguendo il baccalauréat in scienze e discipline umanistiche.
La figura influente dello zio Jean-Baptiste Mollerat, inventore di un procedimento per estrarre aceto dal legno, introdusse Gustave allo studio della chimica. Dopo aver completato gli studi all’École polytechnique e all’accademia dell’École Centrale des Arts et Manufactures, si laureò come ingegnere chimico nel 1855.
Inizialmente destinato a gestire la prosperosa fabbrica di aceto e vernici dello zio, un cambiamento di piani dovuto a una lite familiare lo portò a trascorrere alcuni anni come bohémien a Parigi, lavorando senza paga in una polveriera. La svolta avvenne nel 1856 quando incontrò Charles Nepveu, ingegnere meccanico, e gli fu affidata la direzione del cantiere del ponte Saint-Jean sulla Garonna, dove innovò utilizzando l’aria compressa per le fondazioni a pile tubolari.
Nel 1862, Gustave sposò Marguerite Gaudelet, sua amica d’infanzia, e la coppia ebbe cinque figli. Nel 1867, con l’aiuto finanziario della famiglia, Gustave fondò la sua impresa, la ‘Maison G. Eiffel – Ateliers de constructions métalliques’. Nel corso degli anni, condusse ricerche sulla metallurgia, brevettò innovazioni per ponti smontabili e divenne celebre per la costruzione della Torre Eiffel a Parigi, completata nel 1889.
La vita di Gustave Eiffel fu segnata da successi ingegneristici, contributi alla metallurgia e una vita familiare appagante. Morì il 27 dicembre 1923, lasciando un’eredità duratura nel mondo dell’ingegneria e dell’architettura.
Maestro delle costruzioni iconiche
Gustave Eiffel, celebre per le sue audaci realizzazioni, ha lasciato un’impronta indelebile nell’ingegneria e nella costruzione. In Francia, ha creato 42 ponti e viadotti ferroviari che divennero il suo marchio distintivo. La sua fama oltrepassò i confini nazionali, con progetti iconici come il viadotto ferroviario a Tan An, in Vietnam, la stazione ferroviaria a Pest, Ungheria, e il ponte sul Douro a Porto. Negli Stati Uniti, contribuì alla progettazione dell’intelaiatura della Statua della Libertà.
Le sue opere includono fari a Madagascar, la cattedrale di San Marco a Arica (ex Perù, ora Cile settentrionale), la struttura delle poste a Saigon e decine di ponti portatili venduti in kit. Tra i suoi capolavori spicca la cupola mobile dell’osservatorio astronomico di Nizza, del 1880, dotata di un anello galleggiante per agevolare la rotazione manuale di una cupola di 110 tonnellate. In quell’anno, Gustave Eiffel cambiò il suo cognome, optando per “Eiffel” in sostituzione del precedente, ritenuto ingombrante e difficile da pronunciare.
La Torre Eiffel e l’eredità innovativa di Gustave Eiffel
L’opera clou di Gustave Eiffel, la Torre Eiffel, fu eretta per l’Esposizione universale di Parigi nel 1889. Montata in soli due anni, due mesi e cinque giorni, avrebbe dovuto essere smantellata dopo 20 anni. Nonostante le iniziali critiche, divenne il simbolo della Francia, conservando il titolo della struttura più alta per 40 anni. Nel 1890, Eiffel propose un audace progetto: un ponte sottomarino nella Manica, ma l’idea non si materializzò.
Il suo contributo alla progettazione di chiuse per il Canale di Panama nel 1886 lo coinvolse in uno scandalo. Profondamente ferito, si ritirò dagli affari, dedicandosi alla ricerca scientifica. Fino alla sua morte nel 1923, Eiffel si interessò alla meteorologia e all’aerodinamica. Installò un osservatorio meteorologico sulla Torre Eiffel e realizzò un impianto di studio della forza dei venti ad Auteuil.
Il suo laboratorio aerodinamico a Auteuil fu pioniere nel campo dell’aeronautica. Durante la Prima Guerra Mondiale, mentre la torre era impiegata per comunicazioni militari, Eiffel propose un rivoluzionario aereo da caccia monoplano nel 1917. Costruito con una lega di alluminio e rame, il prototipo prometteva record di altitudine e velocità. Tuttavia, il secondo test di volo nel marzo 1918 terminò tragicamente con la caduta dell’aereo e la morte del pilota.
È un triste paradosso che, nel giorno del centenario della morte di Gustave Eiffel, il suo ricordo venga offuscato da uno sciopero e che il monumento stesso resti chiuso al pubblico. La sua eredità, costituita da opere innovative sparse in tutto il mondo, merita di essere celebrata e ricordata con la stessa grandezza con cui ha plasmato il panorama dell’ingegneria e dell’architettura.