Il Colonnello Villadei spiega la missione Ax-3: a TG2Post parla di esperimenti, sicurezza e detriti spaziali

Walter Villadei, Colonnello dell'Aeronautica Militare, farà parte della missione Ax-3: ecco cosa ha detto sulla missione e sullo spazio in generale
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Puntata memorabile quella andata in onda ieri sera, 16 dicembre, a TG2Post. Ospite d’eccezione Walter Villadei, il Colonnello dell’Aeronautica Militare che il 10 gennaio partirà alla volta della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) con la missione Axiom-3 (Ax-3). Villadei, che diventerà l’8° astronauta italiano nello spazio, ha parlato a lungo di quello che lo aspetterà durante la missione Ax-3 e dello spazio in generale.

Proprio 59 anni fa, il 15 dicembre 1964, l’Italia diventava ufficialmente il terzo Paese – dopo USA e Unione Sovietica – ad aver lanciato un satellite nello spazio, il San Marco-1. Grande partecipazione dell’Italia anche nella costruzione della ISS: il 50% dei suoi moduli abitativi è realizzato dall’industria italiana. Due astronauti italiani, che hanno assunto anche il ruolo di comandante della ISS, ossia Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti, sono tra i candidati per un ruolo nel ritorno dell’uomo sulla Luna e altri due italiani sono stati recentemente selezionati come astronauti di riserva dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Tornando al presente, è ormai iniziata l’era del turismo spaziale: con la missione Ax-3, il Colonnello Walter Villadei andrà nello spazio, dopo che a fine giugno 2023 aveva preso parte alla missione suborbitale di Virgin Galactic. Per Villadei, lo stato d’animo è sempre lo stesso a poche settimane dal nuovo lancio: “il volo spaziale, che sia un volo suborbitale di alcune ore, o un volo orbitale di alcuni giorni, richiede concentrazione e preparazione, quindi lo spirito che accompagna l’avvicinarsi di questa missione è di grande concentrazione per le attività che dovremmo svolgere ma anche di grande riconoscenza e gratitudine per questa straordinaria opportunità che è la missione Axiom-3 a cui l’Italia parteciperà per la prima volta in questo nuovo settore della Space Economy”.

Il Colonnello Villadei spiega la differenza tra le due missioni: quella del 10 gennaio sarà “la prima missione che l’Italia svolge all’interno di questa nuova dimensione, che è la Space Economy”, dice Villadei. “È parte di una strategia spaziale nazionale che è guidata dalla Presidenza del Consiglio. È la prima missione che è a guida del Ministero della Difesa che, grazie alle competenze che ha acquisito l’Aeronautica Militare in questi anni, guida un insieme di istituzioni, mettendo insieme il civile e il militare, l’accademia e il mondo dell’industria, con una partnership fortissima, come ente di riferimento dello spazio in Italia, con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). È, inoltre, la prima missione che stiamo facendo con un soggetto nuovo, non più tradizionalmente attraverso il mondo delle agenzie, ma attraverso un soggetto industriale, Axiom Space, che si propone di realizzare una nuova stazione spaziale ma soprattutto sta portando astronauti professionisti in orbita”, ha spiegato il Colonnello dell’Aeronautica Militare.

Presente in studio anche Teodoro Valente, Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), che ha ricordato come dal 15 dicembre 1964, il settore spaziale in Italia “è cresciuto in continuazione” e il nostro Paese, “attraverso le proprie industrie, i propri centri di ricerca e le università, ha acquisito una competenza riconosciuta a livello internazionale su tutti i comparti del campo spaziale, dall’osservazione della Terra all’esplorazione spaziale, all’accesso al volo, ai sistemi di navigazione, ai sistemi infrastrutturali nel complesso”.

Il Colonnello Villadei ha poi spiegato come ci si prepara per una missione del genere: “ci vuole tempo per prepararsi ad imparare innanzitutto come funzionano i sistemi con i quali opereremo nello spazio e quindi imparare a volare una macchina nuova come la Dragon, imparare ad operare in sicurezza all’interno della Stazione Spaziale Internazionale, per poi usare al meglio il tempo che avremo per fare attività di sperimentazione. Normalmente ci si prepara agli scenari più improbabili, più imprevisti, ma quelli che potrebbero avere le conseguenze più serie. Quindi, come equipaggio, dobbiamo prepararci ad affrontare le situazioni più critiche che possono generarsi sia durante la fase di trasferimento, dopo il decollo per arrivare a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, ma anche durante la permanenza a bordo della ISS. Peraltro, la stazione sarà particolarmente affollata perché, con l’arrivo di 4 nuove persone e 7 persone già residenti, arriveremo ad un equipaggio di 11 persone a bordo della ISS e lì dovremo lavorare in maniera assolutamente coordinata, sinergica, in modo da poter ottimizzare al meglio le risorse”.

Non solo allenamento e studio. Nella missione Ax-3, un ruolo importante avrà anche l’alimentazione: il progetto “Italian Space Food” porterà la pasta italiana nello spazio. Tramite la partecipazione di due importanti industrie italiane, Barilla e Pastificio Rana, saranno italiani i pasti che gli astronauti consumeranno prima della partenza della missione Ax-3, mentre a bordo della Stazione Spaziale verranno realizzati esperimenti sulla pasta, il tutto al fine di rafforzare la candidatura della pasta italiana a patrimonio dell’UNESCO. Il Colonnello Villadei ha spiegato che “la prospettiva completamente nuova in questo caso è iniziare ad elaborare processi nuovi che accompagnano l’introduzione della cultura e dei prodotti italiani nel mondo spaziale attuale ma anche quello futuro, ipotizzando magari che gli astronauti sulla Luna e su Marte un giorno mangeranno italiano”.

La nuova stazione spaziale

Tornando a parlare di Stazione Spaziale, l’Italia è in prima linea anche nella realizzazione del prossimo avamposto lunare, dopo che la ISS andrà in pensione dopo 30 anni di servizio. “L’Italia è in prima linea anche in virtù di tutta l’esperienza che le nostre aziende hanno acquisito partecipando all’attuale Stazione Spaziale”, ha affermato Valente. Villadei ha sottolineato come, mentre diversi grandi Paesi hanno collaborato per la realizzazione della ISS, oggi si parla di “nuove infrastrutture orbitanti che potrebbero essere realizzate da soggetti privati, quindi un mondo dove l’accesso allo spazio diventa accessibile ad una pluralità di attori maggiori. Questa pluralità introduce anche dei rischi, in particolare l’affollamento delle orbite, specialmente quelle basse con il problema dei debris, ossia dei residui delle attività spaziali che sono lì in orbita”.

I detriti spaziali

I detriti spaziali, che rimangono in orbita per decenni, “costituiscono un rischio principale, molto serio, per le infrastrutture. In questo, l’Italia gioca ancora un ruolo da protagonista – continua Villadei -. Il Ministero della Difesa, insieme all’Agenzia Spaziale Italiana, all’Istituto Nazionale di Astrofisica, dal 2014 fanno parte del primo consorzio europeo per il monitoraggio dei detriti spaziali. E questa capacità operativa, che l’Aeronautica ha predisposto su Poggio Renatico, diventa un’opportunità anche nella cornice della nuova Space Economy per assicurare questa sicurezza”, ha detto Villadei.

Ritorno sulla Luna e collaborazione internazionale

Valente ha affermato che il ritorno dell’uomo sulla Luna “è vicino, al momento è schedulato al 2024 con una missione nell’ambito del programma Artemis che dovrebbe vedere un allunaggio sul Polo Sud, così come è stato fatto dagli scienziati indiani, ma questa volta anche con la presenza di un astronauta che metterà piede sulla Luna. Quindi è un futuro certamente vicino”.

Ma nello spazio c’è ancora una possibilità di collaborazione internazionale? Valente afferma che “la collaborazione internazionale nell’ambito spaziale è mandatoria, per diversi motivi. Ad iniziare dal fatto che la realizzazione delle infrastrutture da mettere in orbita è un processo molto costoso e quindi richiede necessariamente la collaborazione di più stati. Il fatto poi che lo spazio sia un sistema duale è noto e ineliminabile”, dice Valente, ricordando che nel programma del ritorno sulla Luna, gli Accordi Artemis “sono stati firmati da più di 30 Paesi; ad eccezione di Russia e Cina, ci sono tutti, Italia, Giappone, Canada, Nigeria… Insomma, ci sono tantissimi Paesi, lo spazio ormai è diventato diplomazia”. A testimonianza di questo, Valente ricorda che a bordo della ISS, “nonostante la complessa situazione geopolitica che stiamo vivendo, l’accesso agli astronauti russi non è stato inibito”.

Anche l’equipaggio di Ax-3 sarà internazionale. “È il primo equipaggio con 4 astronauti di cittadinanza tutta europea”, spiega Villadei. “Oltre a me, ci sarà il primo astronauta turco, un astronauta svedese e un astronauta ispano-americano, americano, della NASA ma che ha la doppia cittadinanza spagnola. Quindi un ulteriore messaggio a testimoniare il ruolo che l’Italia e l’Europa hanno giocato in questi anni”, ha aggiunto.

Sicurezza spaziale

Durante la missione Ax-3, si lavorerà anche sulla sicurezza spaziale, tema sempre più importante e urgente. “ Tra i vari esperimenti che porteremo in volo ce n’è uno che ha ideato l’Aeronautica Militare, in cui utilizzeremo come demo un software sviluppato a livello completamente italiano dall’Aeronautica Militare con l’industria italiana per poter simulare quella che potrebbe eventualmente essere una manovra fatta e determinata autonomamente da un equipaggio mentre è in volo in caso di determinazione di un rischio, ossia l’avvicinamento di un oggetto che, qualora dovesse impattare, potrebbe fare un danno considerata la velocità di 27000km/h. Tutto questo lo proveremo da bordo; è chiaramente una dimostrazione di utilizzo di un software. Ma immaginate quando, invece di volare a 400km, saremo a 400mila chilometri sulla Luna, oppure su Marte. A quel punto, queste capacità autonome che stiamo testando oggi sulla Stazione Spaziale Internazionale diventeranno fondamentali ed abilitanti anche per gli astronauti e gli equipaggi del futuro”, ha spiegato Villadei.

Anche l’ASI sta lavorando sulla sicurezza spaziale, ha aggiunto il Presidente Valente: “l’Italia è attrezzata per fare il monitoraggio” dei detriti spaziali, “anche con le nuove iniziative che sono finanziate a valere sui fondi del PNRR, e quindi anche su questo tema, siamo in grado di avviare collaborazioni e attività di grande importanza”.

Walter Villadei e il sogno di fare l’astronauta

Fare l’astronauta “è un po’ il sogno che accompagna spesso bambini e bambine”, ha spiegato il Colonnello Villadei. “Per me, lo spazio è sempre stata una passione. Anzi, inizialmente il mio sogno era diventare astrofisico. Poi, unendolo alla passione del volo, è diventato astronauta. Quindi è decisamente un’attività che ispira, che stimola l’intelligenza e la curiosità di chi prova ad affrontare sfide di questo tipo. Quindi non immaginavo che sarei arrivato a questo punto, fare l’astronauta”, continua Villadei, ribadendo di come si tratti di “una grande opportunità offerta dal percorso anche come ufficiale dell’Aeronautica, all’interno di un mondo quale quello della Difesa che ha sempre visto nelle tecnologie e nel loro sviluppo un aspetto fondamentale. Quindi il mio percorso professionale si è sviluppato all’interno di un contenitore che si nutre di tecnologia ma anche di passione e curiosità fin da quando sono entrato in Accademia Aeronautica, quindi decisamente un percorso che si nutre di quello che è lo spirito essenziale dello spazio”.

Per quanto riguarda la missione Ax-3, la preparazione di Villadei è iniziata nel 2021 “al Johnson Space Center come “professional astronaut” a completamento dell’addestramento come cosmonauta e da lì, fino ad oggi, è stato un continuo addestramento progressivo per essere pronto a volare con la missione Axiom-3 tra poche settimane”, ha affermato il Colonnello Villadei, aggiungendo che nella missione porteranno per la prima volta dei “nuovi cellulari sulla Stazione Spaziale, degli iPhone, utilizzeremo dei dispositivi innovativi, stiamo provando dei protocolli completamente nuovi anche per rendere più operative le attività di bordo”.

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