Attacco agli Houthi in Yemen: vola il prezzo del petrolio, “rischio crisi energetica senza precedenti”

Boom del prezzo del petrolio sui mercati finanziari dopo l'attacco occidentale agli Houti nello Yemen: aumentano le preoccupazioni di una guerra in Medio Oriente
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I prezzi del petrolio sono saliti di oltre il 3,8% questa mattina, dopo che Stati Uniti, la Gran Bretagna e una coalizione di altri 8 Paesi alleati (Australia, Bahrain, Canada, Danimarca, Germania, Olanda, Nuova Zelanda, Corea del Sud) hanno effettuato attacchi aerei e navali contro obiettivi militari del gruppo terroristico degli Houthi in Yemen. Il Brent supera la soglia degli 80 dollari e passa di mano a 80,36 dollari al barile avanzando del 3,8%. Anche i future sul WTI sono in rally guadagnando il 4% e venendo scambiati a 74,90 dollari al barile.

Nella notte, Stati Uniti e Regno Unito hanno effettuato attacchi aerei contro i ribelli Houthi in Yemen, che da settimane stanno intensificando gli attacchi alla navigazione nel Mar Rosso in “solidarietà‘” con i palestinesi di Gaza. In una dichiarazione congiunta, Washington, Londra e i loro alleati, hanno sottolineato che l’operazione, condotta in un contesto di alta tensione regionale, è finalizzata alla “de-escalation” e al “ripristino della stabilità nel Mar Rosso“. Salgono così le preoccupazioni sul potenziale impatto che un conflitto più ampio in Medio Oriente avrebbe sulle forniture di petrolio dalla regione, in particolare quelle che si muovono attraverso il critico Stretto di Hormuz. “Se gran parte dei flussi attraverso lo Stretto di Hormuz venisse interrotta, l’impatto sui mercati del gas sarebbe fino a tre volte superiore a quello degli shock dei prezzi del petrolio degli anni ’70 e più del doppio di quello della guerra in Ucraina, con conseguenze sulle catene di approvvigionamento e sui livelli delle scorte già fragili“, ha dichiarato a Reuters Saul Kavonic, analista energetico di MST Marquee.

Perché l’Italia non ha partecipato all’attacco della notte: la scelta del governo Meloni

L’Italia ha rifiutato di prendere parte agli attacchi statunitensi e britannici nella notte contro il gruppo Houthi in Yemen, ha detto venerdì una fonte governativa alla Reuters, spiegando che Roma ha preferito perseguire una politica di «calma» nel Mar Rosso. La fonte, che non ha voluto essere nominata a causa della delicatezza della questione, ha anche detto che il governo italiano avrebbe avuto bisogno del sostegno parlamentare per prendere parte a qualsiasi azione militare, rendendo impossibile una rapida approvazione.

In una dichiarazione, il ministro degli esteri Antonio Tajani ha detto: “Dell’attacco della notte noi siamo stati informati dagli Stati Uniti, con parecchie ore di anticipo ma non possiamo, perché la Costituzione non lo permette, inviare o agire in azioni di guerra senza un dibattito del Parlamento“.

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